“A breve l’unione europea voterà per includere il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali e in Italia un Governo, guidato da una donna, sceglie invece di discriminare le donne con idee retrograde e antistoriche”, a scriverlo è Paola Gozzo, delegata siciliana del Coordinamento delle donne democratiche nazionale, sul suo profilo social ufficiale.
“Ci mortificano e ci riportano indietro di decenni con l’emendamento che coinvolge le associazioni pro life nella gestione dei consultori”.
“Ai consultori servono risorse e personale qualificato, specializzato nella cura per la salute femminile, non certo anti-abortisti che hanno la funzione di dover convincere le donne a non abortire o peggio a farle sentire in colpa”.
“La scelta di interrompere una gravidanza è sancito dalla legge 194 e le donne, soprattutto le giovani donne, devono essere padrone del loro corpo e libere di fare le loro scelte”.
“Tutto questo mentre in molte zone del Paese i consultori pubblici non ci sono più”, sottolinea.
“È inaccettabile che Invece di investire nelle strutture pubbliche, sulla formazione degli operatori, sull’ educazione alla sessualità, sulla contraccezione e sul sostegno alla genitorialità, sulla educazione alla maternità consapevole si decida di introdurre associazioni private di dubbia imparzialità in strutture pubbliche”.
“Le stesse strutture, già carenti di personale e dove non sempre i principi della legge 194 possono essere garantiti, dove tanti sono gli obiettori di coscienza che negano di fatto un diritto che, per la comunità europea sta per diventare parte integrante della Carta dei diritti umani, per noi ancora un miraggio, nonostante la legge”, ribadisce.
“Nella nostra provincia c’è una assoluta povertà di consultori che mi preoccupa e che dovrebbe provocare un grido di rabbia e di lotta che non si può fermare ad un comunicato ma che deve riunire i movimenti femminili e femministi della provincia e le diverse forze associative, le scuole e i comuni nella sottoscrizione di un documento trasversale per incrementare i servizi nei consultori, migliorare l’informazione, aumentare il personale, condurre delle campagne di informazione a tappeto su temi di cui di discute sempre meno”.
“Sono una sostenitrice convinta del diritto delle donne alla assoluta libertà di scegliere cosa fare del proprio corpo e della direzione da dare alla propria vita e sono convinta che il diritto alla salute e il diritto a non rinunciare alle cure non possono fare nessun passo indietro”, conclude.