“Io non vi seguirò, quel che fate non è l’approdo del progetto politico ma la sua negazione”.
L’ex segretario regionale Pippo Zappulla, prende le distanze e contesta la legittimità della decisione dell’assemblea nazionale di Articolo Uno, che domenica scorsa ha deliberato lo scioglimento per confluire nel nuovo Pd di Elly Schlein, che era presente all’assemblea.
In una lettera inviata a Roberto Speranza, segretario dell’ormai disciolto partito, nato nel 2017, Zappulla, ora Presidente Nazionale di “Area Costituente Verso il Partito del Lavoro”, scrive con chiarezza: “io non vi seguirò, quel che fate non è l’approdo del progetto politico ma la sua negazione”.
Zappulla contesta la decisione di sciogliere il partito.
“Decisioni di scioglimento che, peraltro, state assumendo a nostro avviso in modo illegittimo poiché già aderenti ad altro partito.
Possono assumere decisioni di questa portata solo gli iscritti e non quanti sono e da mesi transitati in altro partito, ma avendo presentato specifica diffida di questo ne risponderete in altre sedi. Surreale, infatti, sul terreno politico e, a nostro avviso, anche illegittimo dal punto di vista tecnico che a convocare organismi di Art1 sia Speranza e il Tesoriere Nazionale che già da mesi sono stati eletti negli organismi dirigenti di un altro partito”.
“Nutro grande rispetto per tutti i partiti e per lo stesso Pd dove ci ho militato per anni ma rimango convinto che non si può aderire ad un partito per disperazione, per inerzia o per mero calcolo elettorale.
Lo si deve fare, a mio avviso, solo perché se ne condivide la cornice di idee, di valori, di principi e programmi politici (e chi lo sta facendo per convinzione non ha la mia condivisione ma ha il mio assoluto rispetto).
Gli ultimi 10 anni stanno a dimostrare, infatti, che a cambiare in profondità un partito non basta eleggere un nuovo segretario e/o segretaria.
Lo può rendere meno ostile e antipatico ma la struttura del Pd ,come sta lì a dimostrarlo la Sicilia, rimane quella con qualche buona dose di trasformismo e camaleontismo.
Non condivido, pertanto, quel che considero una rinunzia e una deriva e non un approdo politico”.
C’è poi una dura accusa al gruppo dirigente.
“Avete giustificato questa operazione con il sostanziale fallimento del progetto di ArticoloUno.
Mi dispiace dirvelo ma a fallire è stato un gruppo dirigente che di fatto non ha mai lavorato per realizzarlo”.
“Ho scelto insieme a tanti altri compagni e compagne la strada più difficile, di provare cioè a fare quello che non avete voluto neanche provare : contribuire a fare nascere una nuova soggettività politica a sinistra del Pd. Non contro il Pd, non contro la Schlein a cui rivolgo stima e simpatia ma per costruirlo un nuovo vero soggetto popolare della sinistra con al centro le grandi questioni del lavoro, della pace, della difesa della difesa della Costituzione, dei diritti. Una nuova sinistra popolare che insieme al Pd e al M5s possa sconfiggere la piu’ pericolosa destra dal dopoguerra in poi.
State trasformando un progetto politico, un partito in una componente di un altro partito.
Almeno chiedete scusa”.