Un confronto con l’Asp di Siracusa e i direttori dei quattro distretti sanitari per la straordinaria e drammatica emergenza sanitaria, per assicurare cure specialistiche e prepararsi al piano vaccinale sul territorio.
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E’ quanto chiedono le tre sigle sindacali pensionati provinciali Cgil, Cisl e Uil. “Sembra che il nostro Paese si sia abituato a numeri quotidiani pari a 400-500 morti al giorno. Sembra che la Sicilia non riesca a togliersi la “maglia nera” nel numero dei contagi. Sembra che i numeri non siano accompagnati da nomi, storie di vita vissuta, famiglie, lavoro prodotto, tasse pagate e quant’altro renda i numeri persone” dicono all’unisono le organizzazioni sindacali”.
“Bisogna fare presto perché stiamo assistendo ad una vera e propria strage degli anziani e delle persone più vulnerabili nel nostro Paese, una strage che rischia di acuirsi ulteriormente nelle prossime settimane per i ritardi nella messa in opera del piano vaccinale. Dobbiamo dircelo con grande chiarezza e franchezza. Ogni giorno, ora o minuto perso ha una diretta e drammatica conseguenza in termini di vite umane, in particolare nella categoria anagrafica degli over 60 dove da inizio pandemia si concentra il 95,6% dei decessi”. A lanciare l’allarme sono i Segretari generali dei Sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil Valeria Tranchina, Vito Polizzi, Emanuele Sorrentino”.
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“Non si tratta – continuano i segretari – solo di voler uscire rapidamente da questa situazione per tornare alla normalità, ma di lottare contro il tempo per salvare la vita dei nostri anziani, da un anno considerati persone a rischio e “invitati” a rinchiudersi in casa, non ricevere i propri familiari, uscire solo per necessità. Costretti – pur di non contrarre il virus – ad un isolamento, ad una solitudine che fa perdere loro sicurezza psicologica e ad una immobilità che li debilita. Unica speranza: il vaccino. Non importa che sia Pfizer, Moderna, Astrazeneca o che addirittura venga dalla Russia, serve che si faccia presto. Per questo ci appelliamo con forza a tutte le autorità competenti perché facciano tutto il necessario e perché portino il nostro Paese fuori dall’emergenza in tempi rapidi. Ulteriori ritardi non sono più accettabili e bisogna lavorare ventre a terra per recuperare in fretta quelli già accumulati”. Sebbene gli anziani, soprattutto le donne, siano generalmente colpiti in maniera sproporzionata dalle situazioni di emergenza, essi sono – oggi – i più trascurati dalla predisposizione di strategie di riduzione del rischio, nelle risposte ad esse associate e nella gestione delle fasi di recupero. Serve subito quella campagna vaccinale seria e veloce che porti il Paese fuori dall’emergenza e che salvi la vita degli anziani, che ancora in queste ore continuano a morire nelle Rsa, nelle Case di Riposo o in un letto d’ospedale”.
“Bisogna garantire il diritto costituzionale alla salute di tutti i cittadini, prioritariamente attraverso il vaccino, – aggiungono ancora Tranchina, Polizzi e Sorrentino – ma apportando anche importanti investimenti nella medicina territoriale e nell’assistenza di prossimità, cambiamenti fondamentali come la telemedicina e la digitalizzazione dell’assistenza sanitaria ancora mere chimere nella nostra Regione.” Da qui, per il sindacato unitario dei pensionati l’esigenza di un rapido rilancio del confronto con l’Asp provinciale, soprattutto con i Direttori dei Distretti Sanitari, su temi che riguardano: la straordinaria e drammatica emergenza sanitaria, ma che trattino anche della assistenza sanitaria di prevenzione e di controllo, delle cure specialistiche e “salvavita”, degli interventi chirurgici e di quant’altro in questa fase si sta procrastinando nei confronti di chi è anziano, con patologie o a rischio”.
“Siamo convinti che serva confrontarsi per definire interventi correttivi dovuti ai ritardi nazionali – aggiungono ancora i tre segretari – Dai tagli alle dosi dei vaccini, al ritardo della fase 1 della vaccinazione. Ancora oggi non tutti gli operatori sanitari della provincia hanno avuto il completamento della seconda dose di vaccino, a questo si aggiunge che non si sia riusciti ad assumere totalmente il numero di operatori sanitari di sostegno a tale campagna di vaccinazione (infermieri, assistenti e medici) a causa delle assicurazioni obbligatorie necessarie agli stessi e alla individuazione delle agenzie del lavoro che faranno da tramite, così come alla necessità di coprire ancora con tale protezione tutti gli ospiti/pazienti delle RSA e delle tante Case di Riposo.”
“Dalla tempistica – continuano ancora Tranchina, Polizzi e Sorrentino – registriamo dai quotidiani nazionali e regionali che nella nostra Regione l’inizio della fase di vaccinazione, riguardante gli over80 (in totale pari a 320.000), è prevista verso fine febbraio inizi di marzo e che gli stessi dovranno prenotarsi per il vaccino online su una piattaforma informatica. Ci si è chiesti quanti di questi anziani sapranno farlo? Ci chiediamo anche se esista già una mappatura di chi autosufficiente potrà andare da solo a vaccinarsi, chi avrà bisogno di essere accompagnato o chi dovrà essere vaccinato a casa. E ci domandiamo anche quando si passerà alle altre categorie fragili come i malati di tumore, i cardiopatici, i disabili, i malati di alzheimer ed altro”
Le tre categorie dei Pensionati di Cgil, Cisl, Uil, auspicando, a livello nazionale, che si trovino a breve modalità di produzione diversificate dei vaccini, anche con produzione italiana, lanciano l’invito alla individuazione di una più veloce distribuzione e alla organizzazione di una rete vaccinale territoriale capillare non solo ospedalocentrica, ma che punti ad ogni tipologia di struttura sanitaria oltreché al coinvolgimento straordinario – adeguatamente supportato – dei medici di medicina generale. Questi ultimi, infatti, rappresentano lo snodo centrale per garantire la immediata diffusione e somministrazione dei vaccini nei propri ambulatori, così da raggiungere anziani fragili, persone sole, non autosufficienti e disabili anche nelle località più lontane dai punti di vaccinazione già previsti. “Rendendoci disponibili oltreché al confronto anche ad azioni concrete di supporto utili alla rete di conoscenza di tale fascia di popolazione e alla individuazione di soluzioni condivise, – concludono Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino – chiediamo che siano impiegate per questo obiettivo tutte le forze disponibili. È urgente porre un argine alle morti che ogni giorno nel nostro territorio sono vittime della pandemia di coronavirus.”