Per il ritorno della Tela del Caravaggio a Siracusa, Italia Nostra, a titolo personale e a nome dell’Associazione rappresentata, rivendicando chiarezza e dignità per la città di Siracusa e per la Sicilia.
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“Le recenti dichiarazioni dell’irredimibile Vittorio Sgarbi, dapprima solo debolmente ventilate, e poi, vista la sostanziale mancanza di effetto registrata, esternate nell’intervista del Tg3 delle 19:30, di lunedì scorso 16 novembre, richiedono un intervento della nostra Associazione, anche se non più facenti parte del Patto delle Associazioni per Tutela del Caravaggio, ed esprimono a titolo personale e a nome dell’Associazione rappresentata – Italia Nostra –, rivendicando chiarezza e dignità per la città di Siracusa e per la Sicilia. Sebbene il Patto delle Associazioni abbia profuso le migliori forze in campo, con tutta la competenza, le evidenze giuridiche e culturali e la passione dimostrata, a causa dei potenti interessi mossi da chi ha voluto e portato a termine quest’operazione, non ha potuto impedire che il quadro partisse per Rovereto, nonostante i pareri contrari della Curia e dell’Amministrazione, nella figura del Sindaco e dei Consiglieri destituiti formalmente, ma che ne firmarono la mozione contraria al prestito. Ma, quanto sbandierato dal Presidente del MART è assolutamente falso: il Covid non impedisce in alcun modo la circolazione delle merci e l’argomento propugnato secondo il quale il “male” sarebbe riportarlo a Siracusa, mentre il “bene” sarebbe lasciarlo al MART è talmente ridicolo e offensivo che non c’è bisogno di alcun commento”.
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“Adesso, a fronte di un’operazione irrispettosa delle intelligenze e della dignità della Città, con la quale il presidente del MART vorrebbe ripiegare su un prolungamento del prestito, al solo fine di rimpinguare le casse del Museo, per concludere l’impresa commerciale e salvare la faccia dal fallimento d’immagine per il naufragio dell’operazione predatoria. Chiediamo a gran voce e a chiare lettere che i rappresentanti istituzionali – e cioè il Sindaco, l’Assessore alla Cultura (che così tanto peso ha avuto in questa vicenda), la Giunta Comunale, la Soprintendenza, e certo in ultimo ma non per ultimo, la Curia con l’Arcivescovo – prendano una posizione forte, corale, così come sancito dalle autorizzazioni concesse e dalle condizioni ivi contenute. Lo chiedono con urgenza e fin da subito, considerato che, a causa della chiusura in corso, non c’è alcuna mostra e quindi nessuna ragione per cui il quadro debba rimanere confinato, in conseguenza di un ulteriore sgarbo alla città di Siracusa, costituito dalla ingiustificata e ingiustificabile proroga di un prestito che non avrebbe dovuto mai essere concesso”.