La Procura della Repubblica di Siracusa ha aperto un’inchiesta, al momento senza indagati, per capire meglio il sistema dei contributi interni al gruppo che fa riferimento al deputato di Avola, Luca Cannata, emerso ieri da due inchieste giornalistiche (leggi l’articolo).
Il fascicolo della Procura è stato aperto secondo il ‘Modello 45’, che prevede la raccolta di fatti che, a giudizio insindacabile del magistrato inquirente, non rappresentano fatti di reato.
Non ci sono quindi al momento indagati, presumibilmente la Procura intende accertare la reale natura dei contributi e le modalità di versamento e di utilizzo.
Se cioè, come afferma il vicepresidente della commissione Bilancio alla Camera, si tratta realmente di ‘collette’ lecite e volontarie per costituire una cassa comune al gruppo, al di fuori delle iniziative del partito meloniano.
Nelle due inchieste giornalistiche, condotte da Mario Barresi e Luisa Santangelo per La Sicilia e da Fabrizio Gatti per Today.it, si fa riferimento alle dichiarazioni dell’ex presidente del consiglio comunale di Avola Fabio Iacono, di tre ex assessori comunali e di un’assessora ancora in carica nella giunta guidata da Rossana Cannata, sorella del parlamentare Luca.
Cannata ha inviato una lettera al direttore di Today.it, che la testata ha pubblicato integralmente, nella quale chiarisce il suo punto di vista. (leggi su Today.it)
Intervistato da La Sicilia, il parlamentare meloniano ha definito i suoi accusatori “persone buttate fuori dal nostro gruppo politico, perché non intendono l’amministrazione come la intendiamo noi”.
“In combutta con i miei oppositori stanno cercando di creare uno scandalo su di me per screditarmi.
Noi non chiediamo soldi a nessuno, ce li mettiamo di tasca nostra e di questo dobbiamo essere orgogliosi.
Ognuno può contribuire come meglio crede. Io non ho mai preso contanti.
Da quando sono con Fratelli d’Italia io verso le mie somme, quello che devo io.
Le cifre del mio gruppo, di consiglieri e assessori seguono altre regole”.
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