Si mobilitano i sindacati unitari dei pensionati della provincia di Siracusa contro il mancato coinvolgimento, da parte delle Amministrazioni locali, nei progetti e nelle linee di attività socio sanitarie attuate e da attuare a sostegno degli anziani e delle persone non autosufficienti.
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Lo hanno deciso Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil pensionati che, pur apprezzando alcuni interventi fatti sul territorio durante l’emergenza Covid, stigmatizzano il metodo. “Quelle che è stato fatto dalle Amministrazioni Comunali lo abbiamo appreso dai giornali – sottolineano i segretari generali Valeria Tranchina, Vito Polizzi, Salvatore Lantieri e Sergio Adamo – I sindaci sono intervenuti a sostegno delle fasce in stato di bisogno, come famiglie, anziani, disabili, poveri, non autosufficienti. Si è risposto ai bisogni individuali anche se, abbiamo letto, non sono mancate le polemiche sulla individuazione dei beneficiari aventi diritto a volte ancora figlie di logiche paternalistiche e clientelari.
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“Oggi, nella cosiddetta fase 3 di questa emergenza – continuano i segretari – le categorie di riferimento stanno, però, aspettando quel confronto sociale chiesto prima, durante e dopo il covid.” SPI, FNP e UILP ripercorrono i passaggi che, nell’ultimo anno, sono stati compiuti per sottolineare criticità e proporre soluzioni sul territorio. “Ci siamo rivolti ai Sindaci dei Comuni capofila dei Distretti socio-sanitari – continuano Tranchina, Polizzi, Lantieri e Adamo – Abbiamo rinnovato l’appello a tutti i primi cittadini della provincia mettendo a disposizione il censimento delle case di riposo presenti. Abbiamo anche sollecitato Sua Eccellenza il Prefetto affinché si istituisse quel Tavolo di confronto tra le parti per avere contezza di quanto fatto dai Distretti socio-sanitari”.
“Di contro, invece, i Sindaci continuano ad affidarsi a comunicati stampa disconoscendo la necessità e il valore del confronto con le parti sociali rappresentative. Pensano di poter lasciare margini di discrezionalità all’utilizzo dei Fondi finalizzati alle politiche sociali continuano a non ascoltare i rappresentanti del sindacato e del sociale. Riteniamo grave che le Amministrazioni non rispondano a chi chiede ufficialmente quanto speso, come lavorato e come si è intervenuto in questo periodo – sottolineano ancora i segretari – Ci sono fondi europei, nazionali e regionali stanziati a vario titolo per circa 20 capitoli che possono portare benefici per le politiche abitative, servizi sociali, dopo di noi, non autosufficienza, pac anziani e infanzia, immigrazione, inclusione sociale, povertà e altro.”