“La transizione energetica e la difesa dell’ambiente sono tematiche serie, non è questo il modo di legiferare” afferma il deputato regionale di Italia Viva.
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“Un’insolita alleanza all’ARS ha prodotto la legge che istituisce il sistema “SIMAGE” per il monitoraggio della qualità dell’aria nei poli industriali siciliani, una legge che come spesso accade nasce con le migliori intenzioni ma rischia di ottenere risultati opposti se non disastrosi per il fragile sistema socio-economico dell’Isola”. Così spiega la legge approvata all’Ars Giovanni Cafeo, segretario della III Commissione ARS Attività Produttive, commentando la legge esitata ieri dall’ARS in tema di controllo delle emissioni inquinanti. “La transizione energetica e la riconversione industriale, così come l’inquinamento ambientale, sono temi molto seri, per i quali non è possibile legiferare con leggerezza, evitando qualsiasi confronto con gli esponenti del settore e puntando esclusivamente alla visibilità mediatica – spiega Cafeo – se non invece alla colpevolizzazione “tout court” dell’intero comparto industriale. Se l’intento era quello di creare una legge destinata al danneggiamento del settore industriale siciliano, l’obiettivo sembra dunque essere raggiunto – continua Cafeo – peraltro in perfetta linea con l’idea del Governo, puntata verso la decisione di affossare le industrie senza però offrire serie alternative di rilancio dell’Isola, inglobato in una visione miope che danneggia non soltanto le imprese attualmente operanti nel nostro territorio ma di riflesso anche i pochi e coraggiosi investitori che avevano deciso o che decideranno di puntare sulla Sicilia”.
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Per Cafeo l’inquinamento non si combatte con leggi-spot e slogan populistici ma al contrario con interventi strutturali e legati ad una visione d’insieme. “In questa fase storica che vede la Sicilia ultima in tutte le graduatorie, da quelle economiche a quelle legate alla qualità della vita e alla fuga dei giovani, non è possibile immaginare uno sviluppo reale eliminando interi comparti produttivi. La politica dei no a priori è sempre quella che offre la migliore ribalta mediatica ma è anche quella meno coraggiosa – conclude Cafeo – perché soltanto con scelte audaci e d’indirizzo sarà possibile dare la necessaria scossa a questa terra che bellissima lo è già, ma che potrebbe anche diventare ricchissima”.