Dopo quello del 3 dicembre, si è svolto ieri al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. il tavolo tecnico per discutere del futuro degli stabilimenti Eni Versalis di Priolo e Ragusa
La riunione era stata fissata a conclusione del precedente incontro, con l’obiettivo di giungere, nel mese di gennaio, a un documento condiviso sul percorso di riconversione che dia certezze in merito a investimenti, cronoprogramma, iter autorizzativi e impatto sull’indotto.
Nel corso dell’incontro di ieri Eni ha illustrato nel dettaglio il piano di riconversione industriale dei siti siciliani di Priolo e Ragusa, illustrando le possibili soluzioni e gli strumenti a disposizione per la tutela industriale ed occupazionale dell’indotto siciliano, visto l’impegno dell’azienda per la piena occupazione dei suoi dipendenti diretti.
La riunione tecnica è stata aggiornata per consentire all’azienda di fornire in tempi brevi ulteriori informazioni su come procedere alla protezione aziendale e occupazionale dell’indotto.
In particolare, è stato richiesto a Eni di rendere noto il cronoprogramma della riconversione, in modo da permettere di monitorare la continuità dell’indotto.
Durante l’incontro sono stati esaminati i piani di riconversione che prevedono investimenti significativi, in particolare per il polo di Priolo, dove è confermata la realizzazione di una bioraffineria e di impianti di riciclo chimico.
Fortemente critica il commento della Cgil, di cui riferiamo nel dettaglio in un altro articolo.
Il sindacato parla di momento drammatico per l’intero Paese, con il Governo che, in assenza di una strategia industriale, si fa imporre dall’Eni le scelte di politiche industriale.
La Cgil sottolinea come, abbandonando la chimica di base per ragioni legate esclusivamente alle logiche del mercato e del profitto, l’Eni, rende ancora più fragile l’intero sistema produttivo italiano.
Con la Regione Sicilia era presente al tavolo anche l’Emilia Romagna, sul cui territorio si trovano alcune importanti aziende che utilizzano l’etilene prodotto da Versalis.
Alla riunione ha partecipato il sindaco di Ragusa, che ha espresso la grande preoccupazione per l’impatto sociale della chiusura dell’impianto, già a fine mese, che provocherà la perdita complessiva, tra dipendenti diretti e indotto, di circa un migliaio di persone.
Per la Regione Sicilia era presente l’assessore alle Attività produttive, Edy Tamajo, che ha sottolineato l’importanza di garantire una prospettiva di stabilità e sviluppo per i territori interessati.
L’assessore ha chiesto ulteriori dettagli e impegni più chiari per assicurare che il sito Ragusa, sul cui futuro i progetti sono meno chiari rispetto a quelli per gli altri siti, possa beneficiare di iniziative coerenti con la strategia di transizione energetica di Eni Versalis.
“La priorità è salvaguardare i livelli occupazionali, diretti e indiretti, e assicurare che il processo di trasformazione industriale possa avvenire nel rispetto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti, dalle imprese ai lavoratori.
Siamo fiduciosi che il dialogo aperto tra istituzioni, sindacati ed Eni possa portare risultati concreti e sostenibili”.
Tamajo ha quindi esposto la posizione della Regione.
“La Sicilia non può perdere il suo ruolo centrale nel panorama industriale nazionale.
Stiamo lavorando affinché ogni intervento sia orientato a valorizzare le eccellenze dei nostri territori e a tutelare le famiglie e le comunità che dipendono da questi poli.
L’incontro si è svolto in un clima di collaborazione costruttiva, con l’obiettivo condiviso di tracciare una roadmap solida per il futuro produttivo ed economico della Sicilia”.
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