Durante la seduta di ieri del consiglio comunale di Siracusa, il consigliere Franco Zappalà, del gruppo Italia viva – Fuori sistema, prendendo la parola si è lasciato andare ad una battuta di dubbio gusto, definendo ‘virus’ l’omosessualità, ed è scoppiata la polemica con le associazioni Lgtb+.
Rivolto al presidente del consiglio, riferendosi in tono scherzoso alla polemica sulla mancata approvazione di una mozione del Pd sulla democrazia di genere, il consigliere ha scherzato sulla sua virilità, dicendo in dialetto più o meno, “attento che qua c’è un virus, entri buono ed esci in un altro modo”.
La frase ha scatenato la reazione delle associazioni Lgbt+, con il presidente di Arcigay Siracusa, Armando Caravini che ha definito “agghiacciante” la battuta del consigliere.
“Vorrei ricordare, al consigliere Zappalà che certe ‘battute’ tristi ed infelici ai nostri giorni non si fanno neanche al bar.
Mi sento di dire al consigliere, candidato nella lista di Garozzo che da sindaco ha sostenuto la comunità LGBT, che la sua battuta infelice esposta in consiglio comunale è di una bassezza infinita ed insulta non solo la comunità ma anche gli altri consiglieri.
Essere omosessuale non è un ‘virus’ e mi auguro che il consigliere Zappalà si informi bene piuttosto che scimmiottare con frasi ‘entri buono ed esci in un’altra maniera’ sul fatto che l’omosessualità, dal 17 maggio del 1990, ha visto la sua cancellazione dall’elenco delle malattie mentale e la definizione da parte dell’OMS come ‘una variante del comportamento umano’”.
Il comportamento del consigliere Zappalà è stato condannato anche dal deputato regionale di Forza Italia, Riccardo Gennuso, anche a nome del gruppo consiliare del so partito.
“Condanniamo con estrema fermezza le parole pronunciate dal Consigliere Comunale di Siracusa Franco Zappalà durante la seduta di Consiglio Comunale di ieri sera.
Si sarà confuso, forse avrebbe voluto dire altro, ma frasi di questo tenore sono inaccettabili, a maggior ragione se arrivano dallo scranno di un’aula consiliare dove si devono rappresentare e difendere i diritti di tutti.
Frasi del genere e un linguaggio discriminatorio non possono trovare alcun spazio nei dibattiti politici o nelle istituzioni.
Rischiano di vanificare il grande impegno portato avanti su temi come la parità di genere, il rispetto reciproco e la tutela dei diritti di tutte e di tutti.
Sappiamo che il consigliere Zappalà ha già chiesto scusa e questo era un atto più che dovuto, ma non si può restare indifferenti a frasi di questo tenore, che rischiano di allontanare ancor di più la politica dai cittadini”.
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