“Dispersione scolastica in aumento, molti centri abitati non sono serviti dalla rete e tante famiglie non sono nelle condizioni di avere pc o smartphone, si attivino gli strumenti messi a disposizione dal decreto Cura Italia.”
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È questa la chiara analisi offerta dal segretario generale della UST Cisl, Vera Carasi, e dal segretario generale della Cisl Scuola territoriale, Giovanni Migliore, al dibattito aperto su didattica a distanza e anno scolastico. “Il problema è reale e dobbiamo porlo – aggiungono i due segretari – I dati nazionali parlano di almeno centomila ragazzi che non si connettono e non stanno partecipando alle attività di classe. Questo rischia di amplificare quel già grave fenomeno della dispersione scolastica, acuito adesso per ulteriori motivi. Non si possono sottovalutare i problemi economici di migliaia di famiglie. Molte di queste non posseggono pc e non hanno una linea internet. Per i loro ragazzi, così, si mortificano sforzi e studi svolti con grande sacrificio e voglia di riscatto sociale.
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E poi – continuano Carasi e Migliore – ci sono centri montani che non sono raggiunti da una rete o, in qualche caso, serviti male. Noi, nei mesi scorsi, abbiamo voluto realizzare un incontro a Cassaro, un piccolo centro della zona montana siracusana proprio per toccare con mano tutte le difficoltà di quel pezzo di territorio.” Ust e Cisl Scuola rilanciano l’esigenza di assistere questi ragazzi. “Dobbiamo farlo velocemente per non creare divisioni sociali – sottolineano Vera Carasi e Giovanni Migliore – Qui non si tratta di capire a quando e se rinviare la riapertura delle scuole; sono i contenuti che dobbiamo assicurare a questi ragazzi il problema reale. I docenti stanno facendo miracoli, ora dobbiamo salvaguardare quegli alunni che non possono partecipare.”
È un patto formativo che si sta rinnovando nell’emergenza e tra tante difficoltà oggettive. Il sindacato continua a guardare alla scuola come l’unico, vero, possibile investimento per il futuro di questo paese. “Per il personale abbiamo fatto il possibile – continuano Carasi e Migliore – Grazie alle Rsu e ai terminali associativi si è potuto organizzare un lavoro agile e prezioso in tutte le scuole. Restano scuole private e formazione. C’è bisogno di una serie di accordi per superare la mancanza di coperture economiche per i docenti e per garantire, anche nel loro caso, una continuità didattica, se pur a distanza, con alunni e studenti.”