“A leggere certe dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa, sembra quasi che il rischio paventato di una desertificazione della zona industriale di Siracusa sia un qualcosa di inedito e improvviso, quando invece la situazione è ormai nota da tempo, così come da tempo ho cercato in più modi di sollecitare interventi regionali purtroppo mai arrivati”.
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Ad intervenire è Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive, che già nel dicembre del 2018, in occasione dell’acquisizione di Sonatrach della raffineria ExxonMobil di Augusta, aveva sollevato l’attenzione sul futuro della zona industriale e sulla mancanza di un serio piano di sviluppo e di visione a lungo termine. “Il combinato disposto della crisi economica dovuta alla pandemia di Covid-19 e l’approvazione di un piano di tutela della qualità dell’aria che è riuscito a mettere tutti in disaccordo, impugnato da aziende di tutta la Sicilia e che anche il parere dell’avvocatura dello Stato nella costituzione in giudizio a difesa del decreto chiede, nel caso sia soccombente, di stralciare solo la parte relativa alla zona industriale – spiega Cafeo – ha costretto tutti i grandi impianti a perdite impossibili da sopportare per un tempo troppo lungo, senza dimenticare i problemi dovuti allo stoccaggio di quanto raffinato ma rimasto invenduto a causa del calo globale della domanda di prodotti petroliferi”.
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Le disastrose premesse e strane incomprensioni di chi è preposto ad ascoltare, avalla la tesi che simili situazioni, chiudere sia più conveniente che restare aperti, prosegue Cafeo: “Soprattutto quando l’interlocutore istituzionale principale, ossia la Regione Siciliana, sembra disinteressarsi completamente dell’argomento, lasciando al proprio destino non tanto le aziende in sé, senza prospettive per il futuro e senza un piano di visione strategico cui fare riferimento per ipotizzare qualunque tipo di investimento, quanto le migliaia di lavoratori e le loro famiglie, il cui destino appare oggi a tinte fosche. Pur comprendendo la necessità da parte del Presidente Musumeci di mantenere un atteggiamento populista di lotta alle industrie a prescindere, come ribadito in più circostanze, faccio appello al buon senso di tutte le forze di Governo – continua Cafeo – affinché non si continui a ignorare e a trattare da serie B i problemi della provincia di Siracusa, provando a confrontarsi con gli operatori dell’industria anziché intestardirsi su una posizione che fa ridere tutta Italia, in quanto risulta evidente a chi conosce la materia che l’applicazione del piano dell’aria così com’è raggiungerebbe solo l’obiettivo di fare chiudere le imprese, anziché avviare un percorso virtuoso di transizione energetica ed ambientale”.
“Quando finalmente si avrà la consapevolezza che il Pil generato dal settore industriale non può essere considerato in antitesi con quello proveniente dagli altri settori di sviluppo e che il settore manifatturiero è la colonna portante dell’economia siciliana e dell’intera Italia – conclude Giovanni Cafeo – allora ci si renderà conto un cambio di prospettiva è ormai necessario, perché è impensabile sostenere l’intera economia soltanto con il settore terziario”.