Secondo i dati forniti dall’Istat, al 31 agosto 2023 gli arrivi in provincia di Siracusa sono stati il 94,8% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Quasi il doppio delle presenze di turisti in più rispetto allo scorso anno in provincia di Siracusa.
È quanto emerge dall’elaborazione dei dati Istat sul turismo in Sicilia al 31 agosto, resi noti da Confcommercio Sicilia.
Al 31 agosto 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022, gli arrivi in Sicilia sono stati a 4.888.423 rispetto ai 3.113.379 dell’anno precedente, con un aumento percentuale del 57%.
Per il presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti: “Il turismo è destinato a diventare il motore propulsivo della nostra isola”.
Quella di Siracusa, con il 94,8% di aumento degli arrivi è la provincia in cui l’incremento è stato maggiore.
Arrivi in aumento in tutte le province dell’isola, presenze in calo solo a Caltanissetta, dove si è registrato un calo dell’1,7%.
Oltre a Siracusa, bene anche le province di Agrigento, con un +65,5%, e di Palermo con un aumento del 63,5%.
Anche sul fronte delle presenze, la provincia di Siracusa è quella dove si è registrato il maggiore aumento, dalle 689.593 del 2022 si è passati a 1.201.209 del 2023, con un incremento del 74,2%.
In netto aumento anche i turisti stranieri, che in Sicilia sono arrivati in 2.030.694, rispetto agli 815.228 dello stesso periodo dello scorso anno.
In forte aumento anche le presenze, che sono passate da 2.706.310 nel 2022 a 6.428.084 quest’anno.
Gli stranieri sono prevalentemente, nell’ordine, francesi, tedeschi, statunitensi e britannici, mentre i turisti italiani arrivano prevalentemente, oltre che dalla stessa Sicilia, dalla Lombardia e dal Lazio.
Ma per Gianluca Manenti, non basta, si deve fare di meglio.
“Come si evince dai numeri, la ripartenza del settore turistico è stata avviata. Venivamo da momenti difficili, dopo la pandemia. Siamo riusciti a risalire la china.
Ma è chiaro che ancora non basta.
Tutta la filiera può avere ricadute che possono risultare estremamente interessanti e che possono fare crescere il Pil del comparto.
Tutto ciò a patto che si continui a investire sulla qualità.
E a patto che si riescano a risolvere alcuni nodi di carattere infrastrutturale che, purtroppo, come abbiamo visto anche durante l’estate, incidono pesantemente sulla possibilità di fare aumentare in maniera ulteriore questi risultati”.