Questa sera alle ore 22 sulla fanpage “Siracusa Pride 2020” il primo incontro degli eventi online.
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E’ questo il titolo e il tema del primo di una serie di incontri on line questa sera alle 22 sulla fanpage “Siracusa Pride 2020”, organizzati e promossi dalle associazioni che insieme ad Arcigay e Stonewall Siacusa, coorganizzano e copromuovono il “Siracusa Pride 2020”. “Terapie riparative o di conversione. Adesso basta”. “Le terapie di conversione sono uno dei sintomi più evidenti della discriminazione che le soggettività LGBTI+ subiscono ogni giorno. Esse rappresentano delle pratiche barbare che possono includere ipnosi e elettroshock e sono finalizzate alla repressione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Queste terapie lesive della dignità e dei diritti umani non hanno alcuna base scientifica e hanno un impatto sulla salute di chi li subisce aumentando i casi di ansia, depressione e suicidio specialmente tra i giovani. L’Italia non dispone di leggi che vietino tali pratiche nonostante nelle scorse legislature siano state presentate proposte che andavano in questo senso. Dopo la Germania, anche nel nostro Paese serve una legge di questo tipo. Per questo ci appelliamo ai Ministri Speranza, Bonetti e Lamorgese per far approvare una norma che metta al bando le terapie riparative e ne vieti la loro promozione”.
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E’ questo è il testo introduttivo della petizione lanciata dal movimento politico “POSSIBILE LGBTI+” e sottoscritta da quasi 8 mila persone e da tantissime associazioni tra le quali Arcigay Siracusa e Stonewall. Oggi, 29 giugno alle ore 22, sarà proprio il portavoce di POSSIBILE LGBTI+, Gianmarco Capogna a parlarne in diretta Facebook sulla fanpage “Siracusa Pride”. Parteciperanno lo psicologo Andrea Malpasso, la presidente di Arcigay Siracusa, Lucia Scala, il presidente di Stonewall, Alessandro Bottaro e le giornaliste Nadia Germano e Alessia Zeferino. “Le terapie riparative sono approcci che considerano l’omosessualità come una malattia o una devianza della sessualità, e sostengono di poter curare la persona che attua comportamenti omosessuali fino a farla diventare ex-gay”, dice la presidente di Arcigay Siracusa, Lucia Scala.
“L’orientamento omosessuale è uno di quelli possibili; non è una malattia, non è una scelta, non è modificabile con alcun trattamento. La comunità scientifica ha un grande debito nei confronti delle persone omosessuali danneggiate a livello fisico e psicologico da qualsiasi approccio riparativo. Bisogna imparare a riconoscere e accettare se stessi. Bisogna lasciare libere le persone che vivono in maniera consapevole e felice la propria vita, di essere chi sono e amarsi consapevolmente e nel profondo della loro unicità”, conclude dicendo la Scala.