“La politica prenda atto che la qualità della vita non si misura soltanto con la bellezza del nostro patrimonio culturale, storico, naturalistico e neppure con la mitezza del clima”.
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Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino, segretari generali, rispettivamente, dello SPI Cgil, della FNP Cisl e della Uil Pensionati, commentano così le recenti classifiche dei giornali di settore che relegano Siracusa al 105° posto tra le città italiane. “Un silenzio assordante di chi amministra e di quella parte della società sempre pronta a intestarsi dure battaglie di principio non serve a nascondere di essere la maglia nera tra le città italiane. Sono classifiche che vanno valutate e studiate con grande attenzione – continuano i tre segretari -, non si può far finta di nulla e relegarle tra le discussioni da bar sui social. La politica siracusana, al governo e all’opposizione, è rimasta incredibilmente in silenzio e non ha, invece, sentito il dovere di aprire un confronto su quanto viene imputato dagli analisti. Le menti più appassionate, in questo fine anno, si sono giustamente dedicate al ritorno e alla collocazione del Caravaggio, uno dei gioielli che la nostra città deve salvaguardare e rendere fruibile insieme all’intera borgata; a indovinare quanto sia alto e quanto sia costato l’albero di Natale in piazza Duomo; quanto incidano le piste ciclabili nel restringimento delle strade – dicono Tranchina, Polizzi e Sorrentino – Comprendiamo che tutto questo aiuta a sostenere, a volte, quell’orgogliosa siracusanità che tanto grande ci ha fatti, ma distrarsi, a volte, pensando ai servizi erogati alla popolazione, all’assistenza agli anziani e ai disabili, alle possibilità di occupazione per i giovani costretti ad andare via, alle donne, alla mobilità nelle strade piene di buche…non sarebbe gratificante alla stregua del nostro patrimonio?”.
Tranchina, Polizzi e Sorrentino non si dicono sorpresi dalla posizione in classifica, quanto della totale indifferenza di chi dovrebbe, invece, programmare la città. “Noi non ci aspettavamo altro vista l’assenza totale di servizi e di opportunità di sviluppo – sottolineano ancora i segretari dei Pensionati di Cgil, Cisl e Uil – Ripetiamo manca una visione politica complessiva di questa città, dalle politiche sociali alle sanitarie fino al suo sviluppo economico; si affronta l’emergenza del disagio, dell’esclusione sociale , delle persone in povertà, con una progettazione frammentata e spesso superata, senza linee comuni nella progettazione e senza un lavoro di rete dei servizi sociali, dei servizi sanitari, dei servizi per l’impiego, dell’istruzione e della formazione, nonostante il grande impegno e la disponibilità del personale del settore politiche sociali. Manca l’idea dello spazio fisico urbano che soddisfi le esigenze della comunità per la cura e la salute di tutti i cittadini, con un occhio di riguardo agli anziani, ai disabili e ai non autosufficienti. Manca una pianificazione urbanistica della città che presti attenzione alle esigenze delle persone, con l’attenzione dovuta alla diversità funzionale per garantire mobilità e autonomia possibile, mancano i trasporti pubblici, una illuminazione adeguata, una attenzione all’immagine della città nei suoi ingressi, etc. Manca un rapporto con il mondo delle imprese e degli artigiani che potrebbe supportare la fase 2 , quella del lavoro attraverso borse lavoro, tirocini, o quant’altro, presente nel reddito di cittadinanza, nel reddito di inclusione, nei PUC, ed altro”.
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“Certo, considerando che dopo avere incontrato i rappresentanti del Comune di Siracusa e aver condiviso l’impegno di iniziare un percorso costituendo un tavolo permanente delle politiche sociali per affrontare le vecchie e nuove criticità quotidiane che riscontriamo, a partire dalla povertà in aumento, sd oggi tutto è rimasto fermo pur nella straordinaria emergenza sociale e sanitaria. L’argomento avrebbe dovuto solleticare ma comprendiamo che il tema non appassioni la retorica locale. Pertanto, SPI Cgil, FNP Cisl e Uil Pensionati chiedono uno scatto d’orgoglio alla politica e all’Amministrazione locale. Una valutazione attenta e approfondita dai dati contestati alla città e una immediata reazione programmatica. Se così non fosse – concludono Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino – sarebbe difficile comprendere il senso di Siracusa Città Educativa. Perché purtroppo, tra i parametri usati per innalzare la qualità della vita non bastano un, pur bellissimo, albero di Natale, i chilometri di piste ciclabili e neppure una delle opere più importanti del Merisi. E se su una carta importante, quella della Città Educativa, sottoscritta con l’intera società civile, ci si impegna ancora parlandone al futuro su servizi e vivibilità, significa che saremo destinati a mantenere questo poco invidiabile record, ma soprattutto assisteremo inermi alla fuga dei nostri giovani e delle energie migliori e ad un ulteriore peggioramento della qualità della vita.”
“Esprimiamo la nostra preoccupazione rispetto ad un non ascolto, a quella indifferenza al bisogno sociale che non vuole recepire la proposta di un nuovo welfare di comunità, attraverso cui avviare un lavoro di rete improntato alla costruzione della mappatura del bisogno e alla condivisione/ partecipazione tra le istituzioni, le parti sociali e le diverse realtà del Terzo Settore di una analisi ed immediata progettazione che faccia fronte ai diversi bisogni sociali, sanitari, del lavoro, della casa. Riteniamo occorra costruire, subito, quella infrastruttura sociale necessaria adeguata ai mutati bisogni della comunità siracusana, pre-condizione indispensabile per dare risposte concrete e non estemporanee alla povertà crescente in questo territorio fortemente segnato da disagi, fragilità sociali e mancanza di lavoro. Non risulta bastevole quella progettualità avviata per ambiti e a macchia di leopardo, serve una programmazione di progettualità che in continuità risponda innanzitutto all’inclusione lavorativa, perché è in questo che si rileva l’attenzione alla persona e alla intera comunità.”