Se da un lato l’accordo siglato da Sonatrach e Sasol con il Politecnico di Torino sullo studio di fattibilità dell’impianto per la cattura e utilizzo di C02 soddisfa la Cgil, dall’altro la stessa chiede di sapere quali sono le reali strategie messe in campo dalle altre multinazionali Isab, Eni Versalis ed Eni Rewind.
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“Stando alle notizie in nostro possesso, – afferma il segretario provinciale della Cgil di Siracusa Roberto Alosi – Sonatrach Raffineria Italiana e Sasol Italy hanno siglato un accordo con il Politecnico di Torino per la realizzazione di uno studio di fattibilità di un impianto per la cattura e l’utilizzo di CO2 per produrre gas di sintesi e combustibili liquidi. Anche se non si sta parlando di un progetto già avviato, ma comunque di un’azione concreta, non possiamo che plaudire perché tale iniziativa va nella direzione da noi sempre auspicata, ovvero verso una transizione energetica con investimenti di prospettiva e non solo di mantenimento delle attuali produzioni”.
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Sono le parole di Roberto Alosi, segretario generale della Cgil di Siracusa, il quale però rivolge l’attenzione a tutto il quadro generale del polo industriale. “Se da un certo punto di vista si intravede un cambio di strategia delle due multinazionali, dall’altro non si capisce ancora quali impegni, progetti, studi o investimenti abbiano intenzione di mettere in campo le altre multinazionali presenti nella nostra zona industriale – afferma Alosi e prosegue – Isab annuncia la presentazione di un importante progetto per la costruzione di un nuovo impianto che, dovrebbe anch’esso accompagnare la transizione, senza però dare alcuna rassicurazione sulla sua permanenza nel sito”.
“Eni Versalis che non realizza investimenti prima annunciati, poi smentiti e adesso forse spariti e che quindi non consolida e non diversifica la sua produzione a Priolo. Eni Rewind (appena nata dalle ceneri di Syndial) ha solo annunciato importanti investimenti per intensificare un piano di bonifiche da completare, ma senza ulteriori indicazioni a conferma di tale volontà. Nel complesso dunque una prospettiva di rilancio che stenta a decollare, rallentata anche dalla poca chiarezza sulle politiche industriali e sulle risorse che vogliono mettere in campo il Governo della Regione ed il Governo Nazionale, risorse per rinforzare le infrastrutture ma soprattutto per finanziare tutta quella parte di bonifiche di pertinenza dello Stato e della Regione, risorse che però sembrano piuttosto esigue”.
“Si continua nella loro agonia: un altro cambio appalto, un altro fallimento, con altri 90 lavoratori che non rientrano nel ciclo produttivo – rileva ancora una volta come il Piano di risanamento ambientale e le bonifiche, siano l’unica vera arma per il rilancio dell’area industriale. Si tratta non solo di recuperare l’ambiente, ma anche di ricucire i rapporti con il territorio, di dare nuovo lavoro, di consentire insediamento di nuove imprese produttive, di innovare e quindi essere competitivi sul mercato internazionale. La Cgil pertanto ritiene d’obbligo un urgente tavolo di confronto con Confindustria Siracusa e tutte le sue componenti, non nuovi protocolli o accordi di programma che non trovano mai realizzazione, ma per creare un sistema territoriale sostenibile, solido e duraturo”.