Si è svolta ieri, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’attesa riunione per discutere del caso Ias e sulla crisi del petrolchimico siracusano.
Nel corso della riunione, presieduta dal ministro Adolfo Urso, alla quale erano presenti il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e i rappresentanti delle forze produttive e sindacali del territorio, si è parlato del futuro della zona industriale di Priolo.
Al centro del confronto le conseguenze dei recenti provvedimenti giudiziari che hanno convalidato il decreto del 31 luglio scorso del Gip del Tribunale di Siracusa con quale non autorizza il trattamento dei reflui prodotti dalle aziende della zona industriale da parte del depuratore consortile di Ias, a causa del mancato rispetto dei parametri ambientali di legge, e alla base del provvedimento di sequestro dell’impianto del giugno 2022, nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale.
Erano presenti anche i grandi utenti dell’area industriale (Isab, Versalis, Sonatrach, Sasol e Consorzio Priolo Servizi) che hanno confermato la capacità di distaccare le proprie attività dal depuratore entro il 2026, avviando così le operazioni sui reflui in autonomia e in piena coerenza con il cronoprogramma determinato dal decreto interministeriale Mimit-Mase del 2023.
Il ministro Urso ha ribadito che l’unica via per sbloccare la situazione è il ritiro del provvedimento del Gip di Siracusa.
“Il governo e la Regione Siciliana hanno messo in campo ogni sforzo per salvaguardare il distretto chimico di Priolo, ma allo stato attuale solo il GIP di Siracusa, alla luce di nuove evidenze sulle emissioni che oggi risultano in netto miglioramento, può arrestare il processo di chiusura del depuratore.
Chiusura che comprometterebbe le attività di importanti aziende chimiche, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e azzerando un’intera filiera industriale sul territorio siciliano.
Confidiamo nella responsabilità e nel buon senso, soprattutto alla luce di elementi oggettivi che certificano la validità del percorso intrapreso.
Non siamo di fronte a una vertenza siciliana, ma a una problematica di portata nazionale. Siamo pienamente consapevoli, infatti, dell’importanza che l’attività delle aziende di quella zona riveste per l’industria e l’intera filiera della chimica italiana, sia in termini di livelli produttivi sia in termini di occupazione”.
Per giungere a un nuovo pronunciamento dell’autorità giudiziaria, è stata costituita una task force tecnica, tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la Regione Siciliana, che raccoglierà e analizzerà gli aggiornamenti sulle emissioni del depuratore che, dalle recenti rilevazioni, condotte dai gestori dei singoli stabilimenti industriali e da ARPA Sicilia, indicherebbero un trend positivo sui valori dei reflui industriali.
La task force dovrà fornire tutti gli elementi utili per sollecitare un nuovo pronunciamento del GIP di Siracusa, al fine di consentire la prosecuzione delle attività del depuratore IAS S.p.A. di Priolo Gargallo e il completamento degli interventi necessari per l’adeguamento degli impianti di trattamento delle acque entro i primi mesi del 2026.
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