A oltre sei mesi dalle sue dimissioni dall’incarico di consulente del sindaco di Augusta per la depurazione delle acque, incarico ricoperto a titolo gratuito, Stefano Munafò, ex segretario generale della Uil dell’area vasta Siracusa Ragusa Gela, interviene sulla situazione dell’Ias e sull’ormai prossimo appalto per la realizzazione del depuratore di Augusta.
“Lo stallo della situazione del depuratore consortile Ias, rischia di mettere in crisi l’intero comparto del petrolchimico siracusano”.
Munafò sottolinea come il futuro dell’Ias, e quindi il destino dei dipendenti, e di coloro che lavorano nell’indotto, sia messo in dubbio dall’inerzia della Regione e dal conflitto istituzionale nato dopo la sentenza della Consulta che, all’inizio dell’estate, ha dichiarato illegittima una delle norme “salva Isab” introdotte all’indomani del provvedimento di sequestro da parte della magistratura, per disastro ambientale, del depuratore consortile, per garantire la continuità produttiva delle raffinerie e degli altri impianti dell’area industriale di Siracusa.
Il governo ha infatti impugnato il provvedimento del Gip del Tribunale di Siracusa, con il quale non autorizza la prosecuzione delle attività del depuratore consortile Ias.
Per Munafò, la prospettiva del distacco, ormai certo, dei grandi utenti della zona industriale, pone degli interrogativi ai quali non è stata data alcuna risposta.
“Le acque depurate dagli stabilimenti, negli impianti che ciascuno di essi sta realizzando, finiranno nel porto di Augusta?”.
A fine giugno, l’annuncio del Presidente della Regione, secondo la quale il futuro dell’Ias sarà nella depurazione dei reflui civili,
“Le numerose industrie minori, dopo la peraltro improbabile riconversione del depuratore consortile, cosa faranno dei reflui prodotti?”
Per l’ex segretario Uil, sono interrogativi ai quali, non solo i dipendenti di Ias, ma tutti i lavoratori della zona industriale, hanno diritto ad avere risposte.
Dal commissario per l’attuazione degli interventi per l’adeguamento del depuratore Ias, Giovanna Picone, a oltre sei mesi dalla nomina, non arrivano indicazioni chiare.
“L’impianto consortile deve continuare a svolgere la sua attività, e ricevere i reflui dei grandi utenti, pretrattati negli impianti in corso di realizzazione”.
Secondo Munafò, lo stesso dovrebbe avvenire per i reflui civili di Augusta, ma anche di Siracusa
“La realizzazione del depuratore e la sua gestione comporteranno costi elevati e problematiche complesse.
L’impianto potrebbe invece effettuare il pretrattamento dei reflui da inviare all’Ias per la successiva depurazione.
L’impianto di pretrattamento, per l’impatto sanitario che provoca, non può essere realizzato alla periferia dell’abitato di Augusta, come sembra sia previsto nel progetto”.
Per l’ex segretario Uil l’impianto dell’Ias deve continuare a depurare sia i reflui della zona industriale, dopo il pretrattamento negli stabilimenti, e quelli urbani dei comuni di Siracusa, Priolo, Melilli e Augusta, garantendo l’utilizzo delle acque depurate sia per le stesse industrie che per l’agricoltura.
“Una risorsa irrinunciabile soprattutto alla luce dell’attuale siccità”.
Critiche anche alla decisione di una soluzione diversa per il trattamento dei reflui prodotti dagli abitanti del litorale di Agnone, annunciata dal Commissario straordinario unico per la depurazione Fatuzzo in una intervista alla nostra testata a fine agosto (guarda il video dell’intervista).
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