Siracusa non perderà, almeno per il prossimo anno scolastico, un Istituto scolastico comprensivo. Il Verga non finirà nello ‘spezzatino’ come previsto nel Piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica della Sicilia per l’anno scolastico 2023/2024.
Tirano un sospiro di sollievo i docenti, il personale e le famiglie degli alunni dell’Istituto Comprensivo Verga di Siracusa, dopo l’ordinanza della seconda sezione del Tar di Palermo, che ha accolto la domanda cautelare, come richiesto dal Comune di Siracusa, e sospeso l’efficacia del provvedimento della regione.
Il Tar ha fissato la prima udienza per la trattazione nel merito del ricorso a giugno del 2024.
È scongiurato il temuto ‘spezzatino’ del Verga, che prevedeva la suddivisione dei plessi della scuola tra altri tre comprensivi della città.
Il plesso centrale sarebbe stato aggregato al Martoglio, il plesso di via Algeri al Chindemi, e la scuola dell’infanzia Regina Margherita al Raiti.
Questo era infatti quanto previsto nel decreto n. 7 del 20 gennaio, con il quale l’assessore regionale all’istruzione Girolamo Turano ha approvato il Piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica della Sicilia per l’anno scolastico 2023/2024, che prevede di fatto, tra aggregazioni e fusioni, la soppressione di dodici istituzioni scolastiche.
Il decreto dell’Assessore regionale è stato impugnato dal Comune di Siracusa, che ha avuto, almeno in questa fase del procedimento, riconosciute le ragioni del ricorso.
Troppo pochi i 462 alunni iscritti alla data del decreto.
A nulla erano valsi gli appelli per salvare la scuola di via Madre Teresa di Calcutta.
Troppo pochi i 462 alunni che quest’anno frequentano la scuola, e così i tre plessi verranno suddivisi tra altri Istituti Comprensivi della città.
Il Tar ha ritenuto, ad un sommario esame proprio della fase cautelare, che il ricorso sembra assistito da adeguato fumus boni juris, in considerazione del fatto che gli alunni iscritti per l’anno scolastico 2023/2024, nel frattempo erano diventati 512, superando il limite previsto nella norma, che prevede che per acquisire o mantenere la personalità giuridica, le istituzioni scolastiche debbano avere una popolazione scolastica, prevedibilmente stabile per almeno cinque anni, non inferiore a 500 alunni.