Legambiente ha inviato al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso una lettera, a firma del presidente nazionale Stefano Ciafani, con la quale chiede di partecipare ai lavori dei tavoli promossi dal MIMIT sull’Ias e su Versalis.
La lettera è stata inviata, per conoscenza, anche al Presidente della Regione Sicilia Renato Schifani.
In particolare, Legambiente sottolinea come la vicenda che riguarda Ias sia esplosa dopo che il Tribunale del riesame di Roma, con una Ordinanza, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della legge “salva Isab/Ias” in ordine alla propria competenza rimettendo gli atti alla Corte costituzionale.
Lo sfondo è una complessa vicenda giudiziaria che l’Associazione ha seguito fin dall’inizio anche intervenendo, come Legambiente Sicilia, quale persona offesa nel procedimento penale per disastro ambientale ancora in corso dinanzi al Gip di Siracusa (proc. n. 975/19 R.G. n.r. e n. 2392/19 R.G. Gip).
Quando lo scorso luglio lo stesso Gip non ha autorizzato la prosecuzione del trattamento dei reflui industriali da parte del depuratore, “disapplicando” il decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy del 12 settembre 2023 contenente le c.d. misure di bilanciamento tra le esigenze di continuità dell’attività produttiva e la tutela della salute e dell’ambiente, Governo e aziende del petrolchimico, hanno impugnato il provvedimento innanzi al Tribunale del riesame di Roma.
Per questo per Legambiente la vicenda del depuratore consortile IAS è strettamente connessa al destino dell’intero polo petrolchimico e alla sua indifferibile riconversione ecologica, e per questo l’associazione vuole offrire il proprio punto di vista e contributo nell’ambito dei tavoli ministeriali “IAS” e“Versalis”.
Per Legambiente è infatti necessario abbandonare un modello industriale che non ha più futuro a favore di quella che definisce la Giusta Transizione.
Le scelte industriali che dovranno essere attuate nel siracusano sono un banco di prova della capacità del governo italiano e delle istituzioni regionali e locali di dotarsi finalmente di una politica industriale che offra nuove opportunità occupazionali, in cui giustizia ambientale e sociale trovino la sintesi.
Per l’associazione ambientalista si tratta di una prospettiva che per realizzarsi ha bisogno del massimo coinvolgimento dei protagonisti istituzionali e sociali che operano sul territorio.
Legambiente ricorda che altre realtà industriali siciliane aspettano d’essere riconvertite e rilanciate, a partire da Milazzo e Gela, passando per Termini Imerese e tante altre aree industriali dismesse, anche di minore entità, che potranno trovare opportunità di rilancio negli impianti a servizio dell’economia circolare e nell’implementazione delle catene di approvvigionamento delle tecnologie a servizio delle energie rinnovabili, anche attraverso il supporto dei porti siciliani, così come avverrà a partire dal Porto di Augusta con lo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare.
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