“In piena emergenza i 90 lavoratori della B.P.I.S. subiscono il paradosso di una procedura che li “congela” tra l’impossibilità di lavorare, perché l’azienda è fallita e l’impossibilità di percepire indennità di disoccupazione, perché non licenziati”.
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Ad accendere i riflettori sulla questione dei 90 lavoratori della Bpis è la segretaria provinciale di Siracusa Fiom- Uilm. I fatti: Nel mezzo dell’emergenza Covid-19 la Business Projects Industrial Services, azienda metalmeccanica che opera nel campo elettro-strumentale il 30 ottobre 2020 perde il contratto di manutenzione presso lo stabilimento Sonatrach di Augusta, da quel momento si apre una vertenza, ancora non conclusa definitivamente, per la ricollocazione del personale presso l’azienda aggiudicatrice che risulta essere la COEMI s.r.l. “Ma non è finita qui. Il 22 dicembre dello scorso anno la BIPS viene dichiarata fallita dal Tribunale di Siracusa con sentenza n.41/2020 e i lavoratori che da novembre non percepiscono alcuna retribuzione precipitano in un inaccettabile oblio senza avere certezze sulla loro posizione, senza più un lavoro, senza la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali e senza poter richiedere l’indennità di disoccupazione (Naspi), in conclusione senza nessun sostegno economico”.
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“In vero, la curatela in questi particolari momenti, – fino a quando è stato possibile hanno fanno ricorso agli ammortizzatori sociali nelle procedure concorsuali. Ma da quando con la Legge Fornero è stata disposta la decisione di abrogare tale possibilità, oggi immaginabile solo di fronte e all’interno di un esercizio provvisorio dell’impresa, l’unica alternativa alla sospensione del rapporto senza il decorso della retribuzione è quello della risoluzione dello stesso rapporto di lavoro, soluzione prospettata anche dalle organizzazioni sindacali a tutela di lavoratori che non hanno svolto alcun ruolo di concorrenti in illeciti eventualmente, attribuibili esclusivamente al datore di lavoro.” Ma qualche cosa è andato storto e sui 90 lavatori della BPIS pesa il “vuoto normativo” di una sospensione, che gli nega la possibilità di richiedere l’indennità di disoccupazione e l’incertezza del rientro al lavoro. “Oggi questi lavoratori vogliono sapere quali impegni intendono assumere le aziende coinvolte nel cambio appalto al fine di garantire i livelli occupazionali, e alle istituzioni chiedono attenzione, – conclude la segretaria provinciale Fiom-Uilm – rispetto e risposte per loro e le loro famiglie perché risulta insopportabile il paradosso che stanno vivendo in questi giorni”.