A leggere alcune dichiarazioni, il Partito democratico sembra spostarsi dall’equidistanza al sostegno al candidato del centrodestra. Di certo lo hanno fatto alcune figure di riferimento della sinistra.
È un detto comune che gli estremi finiscono per ricongiungersi.
Così, giudicando Italia non abbastanza di sinistra, scelgono di sostenere il candidato della destra di Meloni, Salvini e Berlusconi, imposto dal presidente Schifani per compiacere il deputato del territorio Gennuso.
Follie di un mediocre giornalista che cerca di sorprendere e spiazzare quei pochi lettori che hanno il cattivo gusto di leggerlo?
Per niente, purtroppo, è tutto tristemente vero.
Paolo Giansiracusa, intellettuale storico dell’arte e assessore nella giunta Garozzo, ha espresso la sua posizione a favore di Messina in un post su Facebook.
“In applicazione del mio diritto-dovere al voto, non avendo in competizione il mio candidato del centro-sinistra, esprimo la mia preferenza per la Destra strutturata, quella che fa riferimento a partiti riconoscibili. Ogni voto assegnato alla “destra camuffata” dell’amministrazione uscente sarebbe un errore a carico della città già martoriata da incompetenze e futilità. Il mio voto ha pertanto un valore tecnico e punta a dare sostanza al rapporto istituzionale con la Regione e il Governo nazionale, amministrati dalla stessa compagine politica che sostiene Ferdinando Messina”.
Don Rosario Lo Bello e Salvo Salerno, altre due importanti personaggi dell’intellighenzia di sinistra, hanno lanciayo il loro affondo contro Italia e a favore della destra.
“Ricordatevi degli apparentamenti siglati cinque anni fa, tra il candidato Italia, il PD e la Lista Lealtà & Condivisione, poi usciti o espulsi dal sindaco, e con un bilancio politico fallimentare. Sotto questo profilo riteniamo irricevibile e ambigua la posizione dell’ex candidata Renata Giunta, la quale fa la lezione di voto agli elettori, invitandoli a votare e affermando che lei stessa andrà a votare, ma senza dire per chi. Tale posizione da pesce in barile si associa però alle dichiarazioni espresse di voto per Italia, che sono state rese pubbliche da alcuni esponenti di primo piano del PD e quindi i conti sono presto fatti. Dunque, diciamo ai nostri concittadini, per quanti nel centro-sinistra non se la sentono di astenersi, potranno dare sostanza al rapporto istituzionale con la Regione, scegliendo il candidato sindaco nell’interesse superiore dei rapporti di Siracusa con l’Amministrazione della Regione siciliana e col Governo nazionale. Comunque la pensiate, però, non fate ad altri il vostro bonifico in bianco, perché avete tutto da perdere. Guardate avanti e piuttosto organizzatevi per l’opposizione civica. Noi restiamo al vostro fianco.”
Il Partito democratico ha diffuso un documento, approvato all’unanimità dalla direzione cittadina, che qualcuno ha definito ‘doroteo’.
“Non avendo ricevuto alcuna proposta di confronto programmatico, non riteniamo possa assumere significato e senso politico una qualunque indicazione di voto, basata esclusivamente sulle caratteristiche delle persone o sul profilo politico, peraltro evidente, delle due coalizioni rivisitate di destra-centro e di centro-destra, al ballottaggio.”
In sostanza, ci sembra di capire: prima l’interesse del partito e poi quello della città.
Il partito democratico sembra passato dalla vocazione maggioritaria a quella suicida.
Siamo convinti che alla fine l’elettorato di centrosinistra, al di là delle contorsioni dei gruppi dirigenti, farà quello che riterrà giusto fare.
Ma è lecito chiedersi, al di là di chi sia abilitato a rilasciare patenti di destra o di sinistra, dopo una capriola come quella che si profila, quale credibilità potrà avere quel partito nei suoi attacchi alla destra di governo regionale e regionale?
La nostra modesta idea è che la sinistra, e il Pd in particolare, a furia di rincorrere il M5S e il suo leader, abbia finito per elevare il rancore a valore politico.
Inoltre sembra abbia sposato una logica che consente di rendere accettabile che Conte sia stato presidente del consiglio con la Lega, prima di essere insignito del ruolo di potenziale leader della sinistra.
Dovremo aspettare il pomeriggio di lunedì prossimo per sapere chi vincerà.
Sappiamo già però chi ha perso: la buona politica e quel che resta di chi si autodefinisce sinistra.