La festa di Tutti i Santi e la Commemorazione dei defunti sono un’occasione per “fermarsi” a pensare a quel “filo invisibile e misterioso” che ci lega con il cielo.
È il tempo dell’autunno e il sole cala presto a far notte.
Le lucine dei lumini e il profumo di crisantemi lasciati sulle tombe, riaccendono, inevitabilmente, quei ricordi commossi dei tanti che hanno camminato accanto a noi e che ci hanno preceduto.
Si prega per i morti ma si celebra la vita: perché li si crede vivi.
Essi partecipano ancora della vita dei vivi con il ricordo, il rimpianto, la riconoscenza e l’insegnamento.
Un segno dell’elevatezza dell’essere cristiani, ma anche di ogni popolo e cultura.
Quella che si celebra è una festa molto sentita: è viva la tradizione di donare giocattoli ai bambini.
Sono i doni dei loro cari, piccoli segni della loro gratitudine per le preghiere e per le loro attenzioni.
Un bagaglio grande di tradizioni passano anche attraverso i cibi tipici di queste giornate:
A Siracusa, è rappresentativa la frutta martorana, dolcetti colorati e finemente decorati, fatti di pasta di mandorle.
Le “ossa di morto”, con una parte dura e croccante, e la base morbida e friabile.
I “totò”, biscotti rivestiti di glassa di zucchero e cacao. In clima di digiuno e di astinenza di un tempo, insieme alle note di povertà di piatti poco curati e articolati, le donne di casa – le nostre nonne – come i panettieri e i pasticceri, preparavano questi biscotti, con un impasto risultante dal riutilizzo di scarti e di resti di dolci avanzati.
Infine, a Siracusa, ai Villini e in un tratto di corso Umberto, in questi giorni, centinaia di persone stanno visitando la Fiera dei Morti.
Un’antica tradizione siracusana che, negli anni addietro, si svolgeva nelle strade dell’antico mercato di Ortigia.
Stand in legno con oltre 70 espositori e cinque giorni di eventi, per una edizione completamente rinnovata, più vasta in termini di offerta e con una trentina di appuntamenti, organizzata dall’Assessorato alle Attività produttive all’insegna del rilancio e della promozione dei prodotti locali: dell’artigianato all’agroalimentare.
Una festa che continua a dirci che l’amore non muore mai.
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