Si riaccende a Siracusa la polemica sull’uso del Teatro Greco per manifestazioni musicali.
Italia Nostra di Siracusa il Teatro Greco non è un sito per concerti pop-rock.
Italia Nostra ricorda come il Teatro Greco, “che registra la veneranda età di anni 2500”, oltre a non essere adatto ad accogliere eserciti di spettatori di quel genere di spettacoli, “è un Monumento di tale valore, ed ormai con alcune fragilità, da imporre la massima cautela nello utilizzo per consentire a quanti saranno dopo di noi di potere ancora godere della sua armoniosa, imponente, geometrica bellezza”.
L’associazione sottolinea il ruolo di “custodi temporanei del cospicuo Patrimonio storico-artistico e monumentale ereditato dal passato; come tali ne abbiamo la responsabilità della Tutela e della fruizione compatibile e sostenibile”, e auspica che tale sensibilità diventi patrimonio condiviso.
Per Italia Nostra è un risultato positivo che, dopo le proteste dello scorso anno, anche la Struttura della Regione deputata a soprintendere all’utilizzo dei Teatri di Pietra “se ne sia fatta una ragione”.
I dati che testimoniano l’aumento dei visitatori del Parco, per l’associazione, “piuttosto che per la riallocazione dei concerti al Teatro, spingono per una sua liberazione dal tavolato il prima possibile, una volta ultimata la programmazione 2024”.
È necessario consentire la corretta fruizione del teatro alle migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo, che hanno diritto di vederlo nella migliore condizione.
“Il paventato mantenimento della copertura fino a Settembre per il G8 ministeriale, per consentire il probabile svolgimento di una serata in onore degli ospiti dell’evento, penalizzerebbe i tanti visitatori dei mesi estivi a più alta intensità turistica.
Prima dell’adozione della copertura delle gradinate, si assisteva alle Rappresentazioni seduti su cuscini. Per l’eventuale, unico appuntamento settembrino, si potrebbe rispolverare tale modalità, piuttosto che mantenere il tavolato per altri due lunghi mesi”.
Infine, Italia Nostra ricorda che non ha condiviso neanche il ripiego sull’Ara di Ierone, sempre compresa nel Parco Archeologico, perché l’allestimento di eventi del genere comporta non solo qualche adeguamento, ma anche l’introduzione di mezzi pesanti e l’approntamento di strutture non proprio idonee al sito come: grandi palchi, complessi apparati per luci ed effetti speciali, potenti apparati di amplificazione.
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