Con una affollata assemblea nell’aula magna dell’Istituto Superiore Einaudi, la Cgil ha avviato anche a Siracusa la campagna a sostegno dei 5 referendum per i quali si voterà in una data che non ancora stata fissata, ma che dovrà cadere tra il 15 aprile e il 15 giugno.
L’assemblea si è aperta con un minuto di silenzio, chiesto da Franco Nardi, della segreteria provinciale, che ha condotto i lavori, in onore di Raffaelle Sicari, il giovane morto poche settimane fa, a soli 26 anni, dopo essere caduto dal cestello di un mezzo su cui lavorava all’impianto di illuminazione pubblica.
Dopo la relazione del segretario generale Roberto Alosi, si sono succeduti numerosi interventi di aderenti al sindacato, esponenti di associazioni della società civile e semplici cittadini, fino alle conclusioni di Angela Biondi, componente della segreteria regionale della Cgil.
Alosi, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza della partecipazione al voto referendario.
“Il voto è la nostra rivolta – Siracusa c’è!
Con una sala gremita di oltre 250 persone, abbiamo lanciato da Siracusa la campagna referendaria della CGIL.
Un’energia straordinaria, tanti interventi, un confronto vero: lavoratrici, lavoratori, giovani, pensionati, forze politiche, istituzionali, associazioni professionali e di volontariato, Ufficio Diocesano dell’Arcidiocesi di Siracusa per la Pastorale Sociale e del Lavoro e cittadini uniti per una battaglia di giustizia e dignità.
Vogliamo un Paese che garantisca diritti, sicurezza e salari dignitosi.
Vogliamo cancellare la precarietà e riconoscere finalmente i diritti di cittadinanza a chi vive e lavora in Italia.
La primavera referendaria è alle porte: adesso tocca a noi”
Quattro dei cinque referendum dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale il 7 febbraio scorso, sono infatti stati promossi proprio dalla Cgil e riguardano il cosiddetto Jobs Act, l’insieme delle misure e dei provvedimenti normativi emanati dal Governo dal governo di centrosinistra, guidato da Matteo Renzi, in applicazione della legge delega approvata dal parlamento nel 2014, per rilanciare l’occupazione, riformare il mercato del lavoro e il sistema delle tutele.
Il primo quesito referendario vuole cancellare le norme sui licenziamenti che consentono alle imprese di non reintegrare un lavoratore licenziato in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015.
Il secondo quesito riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese, per innalzare le tutele per chi lavora in aziende con meno di quindici dipendenti eliminando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato.
Il terzo quesito chiede l’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine.
Il quarto riguarda l’esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro.
Il quinto quesito infine, proposto da Europa+, punta alla riduzione da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario ai fini della presentazione della domanda di concessione della cittadinanza da parte dei maggiorenni.
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