Di memoria, fragilità e vulnerabilità del territorio parleranno esperti e testimoni dell’epoca. L’appuntamento mercoledì prossimo dalle 15.30 alle 18.30. Il presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Sebastiano Floridia: «Capire cosa si è fatto in questi 30 anni».
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Il dovere della memoria. «La memoria è determinante. È determinante perché io sono ricco di memorie e l’uomo che non ha memoria è un pover’uomo, perché essa dovrebbe arricchire la vita, dar diritto, far fare dei confronti, dar la possibilità di pensare a errori o cose giuste fatte. Non si tratta di un esame di coscienza, ma di qualcosa che va al di là, perché con la memoria si possono fare dei bilanci, delle considerazioni, delle scelte, perché credo che uno scrittore, un poeta, uno scienziato, un lettore, un agricoltore, un uomo, uno che non ha memoria è un pover’uomo. Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, ma qualcosa di più, che dà molto valore alla vita». Sono parole di Mario Rigoni Stern (1921-2008), secondo Primo Levi uno dei più grandi scrittori italiani, noto soprattutto per “Il sergente nella neve”, romanzo autobiografico in cui racconta l’esperienza vissuta come sergente maggiore nei reparti mitraglieri del Corpo d’armata alpino durante la disastrosa ritirata dell’Armir dalla Russia nel gennaio del 1943.
Il terremoto di santa Lucia. La memoria, dunque: come necessità, come dovere. Perché non avere memoria significa perdere il passato. E perdere il passato significa perdere il futuro. Ecco perché continuare a fare memoria di quella tragica notte tra il 12 e il 13 dicembre 1990, quando quello che è passato alla storia come il “terremoto della notte di Santa Lucia” investì numerosi centri della Sicilia sud-orientale, con il drammatico bilancio, nella sola Carlentini, di dodici morti e migliaia di senzatetto. Un evento che ha dolorosamente segnato la vita della comunità tanto da diventarne – come già il catastrofico terremoto del lontano 1693 – una sorta di spartiacque.
Il seminario online. Sono passati trent’anni e del terremoto della notte di Santa Lucia si farà memoria in un evento online dal titolo «Il terremoto di Santa Lucia, trent’anni dopo: memoria, fragilità e vulnerabilità del nostro territorio», organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Siracusa insieme all’Ordine regionale dei geologi Sicilia, che si terrà il 16 dicembre dalle 15.30 alle 18.30 sulla piattaforma Zoom. Al seminario, moderato dal presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Siracusa, Sebastiano Floridia, saranno presenti Salvatore Cocina (Dipartimento Protezione Civile Regione Siciliana), Tullio Martella (capo Genio Civile di Siracusa all’epoca dell’evento), Felice Monaco (consigliere nazionale Cni, responsabile emergenze e protezione civile del Cni), Ivo Caliò (Dipartimento Ingegneria strutturale Università di Catania), Gaetano Bordone (geologo), Alfio Cottone (presidente associazione “Tavolo tecnico permanente di Protezione Civile”), Silvio Breci (giornalista), Lucio Circo (ingegnere), Mario Roggio (ingegnere).
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Il presidente dell’Ordine degli Ingegneri. «Il 13 dicembre di 30 anni fa – spiega il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Siracusa, Sebastiano Floridia – la terra tremava in provincia di Siracusa, Ragusa e Catania. Magnitudo di 5,68, con una durata di circa 45 secondi. A Carlentini, il centro più colpito, ci furono 12 vittime sotto le macerie e 6 morirono di paura. Una pagina durissima nella storia della nostra terra. La comunità degli ingegneri di Siracusa ha voluto ricordare questo evento, con testimoni e professionisti del tempo, capire cosa si è fatto in questi 30 anni per migliorare la vulnerabilità sismica del nostro territorio, cosa si sta facendo adesso e cosa si sta pianificando». L’evento, online su piattaforma Zoom, è aperto a tutti, limitatamente alla capienza di 500 posti.
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