Sui lavori di riqualificazione e riadattamento della Tonnara di Santa Panagia, con la finalità di trasformarla in un “Museo del mare”, assegnati nel 2014 alla Melita Group e poi revocati nel 2016, il Tar di Catania ha condannato clamorosamente la Soprintendenza a un risarcimento milionario nei confronti dell’impresa.
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È una sentenza di primo grado, certo, ma restano punti oscuri sulla vicenda e grandi interrogativi. <<queste le dichiarazioni di Salvo Carnevale, segretario generale Fillea-CGIL Siracusa sulla incredibile ma per certi versi, e solo per chi conosce la questione, prevedibile sentenza>>. E cosa resta in mano alla città? Macerie e degrado. E per queste enormi responsabilità sancite da un Tribunale chi ripagherà la cittadinanza per il mancato lavoro, per il mancato sviluppo e per il danno procurato e per il degrado che ne è derivato? Ricordiamo che gran parte delle motivazioni-che hanno scatenato il contenzioso e la paralisi dell’opera-erano legati al rischio di crollo del costone roccioso su cui poggia gran parte della Tonnara. Per ovviare a questo rischio l’impresa aveva proposto una variante a un progetto evidentemente impreciso e potenzialmente pericoloso. La variante fu, poi, rifiutata dalla Soprintendenza. La querelle, dopo anni, si conclude con l’ennesima beffa per la cittadinanza. Non sappiamo se il tutto si concluderà con la solita farsa all’italiana e con una sostanziale impunità dei colpevoli, si parla infatti di responsabilità erariale e penale. Sappiamo, però, che il danno di immagine e di potenziale sviluppo della città sarà altissimo. Abbiamo molti problemi che ci stanno condannando agli ultimi posti in Italia per vivibilità. Se a questo dobbiamo aggiungervi pure quelli che ci creiamo da soli per difetti di approssimazione burocratica, siamo veramente condannati a essere ultimi in Italia, da qui a breve. E quel che è peggio, saremo condannati a un futuro di decrescita”.
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“La misura è colma – dichiara Paolo Tuttoilmondo di Legambiente Siracusa. A distanza di quindici anni dalla presentazione del progetto di restauro e di quaranta dall’esproprio non sono stati ancora completati i lavori di restauro della Tonnara, mentre degrado e sporcizia avanzano, con il rischio che il complesso monumentale finisca irrimediabilmente perso! Il recupero della Tonnara non è più rinviabile. La pista ciclabile lungo l’ex tracciato ferroviario ha accresciuto l’interesse di cittadini e turisti verso questo importante complesso monumentale e ha creato una concreta prospettiva per la rigenerazione dell’intera costa settentrionale della città. Nonostante questo, non esiste un progetto complessivo di riqualificazione dell’area in cui è inserito il monumento, a partire dalla bonifica della discarica comunale di inerti da tempo dismessa attraverso l’utilizzo delle risorse previste in una misura del piano di risanamento ambientale (la discarica abbandonata da anni è piena di rifiuti speciali e di amianto e occupa buona parte del fiordo che risale dall’insenatura di S. Panagia), né una ipotesi di rigenerazione urbana che preveda di ricucire il monumento al territorio circostante.” Per queste ragioni CGIL – FILLEA e LEGAMBIENTE annunciano per la prossima settimana un’iniziativa davanti alla Tonnare per chiedere all’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e alla Soprintendenza di Siracusa come e quando si potranno completare i lavori necessari per restaurare la Tonnara di S. Panagia e al Comune di Siracusa, che finora è stato mero spettatore della vicenda, se e quale progetto sociale e culturale intenda sviluppare attorno al monumento e come ritenga sia possibile creare le condizioni per poterlo realizzare.