Interviene il presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili, Massimo Riili, sul provvedimento del Governo Meloni che ieri ha bloccato l’acquisto dei crediti delle imprese da parte delle Regioni.
Il Decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, con il quale sono state bloccate le cessioni dei crediti di tutti i bonus fiscali, a partire dal superbonus, ha scatenato le proteste delle associazioni dei costruttori e dei professionisti.
Il provvedimento, secondo il governo, si è reso necessario per bloccare ‘il caos’ che ormai da mesi domina il mercato dei crediti fiscali legati ai lavori edilizi.
Rimangono tutte le forme di bonus, ma solo nella forma di detrazione di imposta.
Ieri la presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili, Federica Brancaccio, aveva lanciato l’allarme con un duro comunicato.
“Se il Governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie.
Senza un segnale immediato da parte del Governo su una soluzione concreta e strutturale per sbloccare i crediti rischiamo una reazione dura da parte di cittadini e imprese disperati. Abbiamo il dovere di dare risposte e di individuare una soluzione. Come Ance ci siamo già fatti carico insieme ad Abi di individuare un’efficace via d’uscita compatibile anche con la recente pronuncia di Eurostat. Dobbiamo intervenire: non c’è più tempo”.
Il Presidente di Ance Siracusa, Massimo Riili, facendo proprie le parole della presidente nazionale, ha aggiunto il suo commentato:
“il grido d’allarme lanciato dalla nostra Presidente si amplifica in Sicilia e nella nostra provincia di Siracusa dove le imprese edili scontano serie difficoltà dei blocchi di cessione del credito e, se non si pone rimedio al più presto, determineranno un collasso totale del tessuto sociale delle famiglie interessate e di quello imprenditoriale già fortemente messo alla prova”.