L’ex deputato di Rosolini è stato prosciolto dalle accusa voto di scambio con l’aggravante mafiosa.
Il Giudice delle indagini Preliminari del Tribunale di Catania, Martina Rizza, ha prosciolto l’ex deputato regionale di Rosolini, Pippo Gennuso, dall’accusa di voto di scambio con la mafia.
Sono state archiviate anche le accuse ad altri quattro indiziati dello stesso reato.
La vicenda risale al 2018, quando Gennuso, all’epoca parlamentare all’Assemblea Regionale Siciliana, fu arrestato con l’accusa di voto di scambio nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania.
Per gli effetti della legge Severino, Gennuso fu costretto a lasciare il seggio, sostituito dalla melillese Daniela Ternullo, oggi senatrice di Forza Italia.
Secondo l’accusa, Gennuso avrebbe stipulato un patto con gli altri indagati, ritenuti esponenti di un gruppo criminale affiliato al clan mafioso Trigila di Noto, che avrebbe previsto il versamento di somme di denaro, oltre ad altri favori, in cambio di voti alle elezioni regionali.
L’inchiesta è durata cinque anni, nel corso dei quali sono state acquisite le testimonianze di tre pentiti di mafia e altri due legati al cosiddetto ‘Sistema Siracusa’.
Nel provvedimento di archiviazione del Gip si legge:
“Si ribadisce che l’attività captativa dimostrativa dell’attività illecita di compravendita di voti è inutilizzabile quanto al reato di corruzione elettorale continuata che, pertanto, risulta anch’esso sprovvisto di prova”.
Nella richiesta di archiviazione, i Pubblici Ministeri avevano così definito il contesto emerso dal lavoro investigativo.
“Pur non consentendo l’enucleazione di condotte penalmente rilevanti a carico degli indagati, hanno evidenziato l’esistenza di un sottobosco politico – amministrativo, ove l’azione di chi, per mandato elettorale, è investito di un mandato rappresentativo lungi dall’essere finalizzata al perseguimento del bene pubblico si connota per un precipuo asservimento agli interessi personali, o di pochi che non si esita a definire sodali d’accatto, di chi, in buona sostanza, interpreta il ruolo di esponente politico in chiave esclusivamente o prevalentemente utilitaristica e remunerativa del suo “particulare”, in spregio alle più elementari regole della democrazia rappresentativa”.
Gennuso ha espresso la sua soddisfazione per l’archiviazione.
“Ho sempre avuto fiducia nei magistrati. Sapevo che sarei uscito a testa alta da questa vicenda, perché nella mia vita ho sempre agito con trasparenza. Io i mafiosi li ho sempre denunciati e fatti arrestare e non conosco neppure i pentiti. Sono sempre stato consapevole della mia estraneità ai fatti che mi venivano addebitati ed oggi più che mai dico che sono rimasto vittima di una cricca. La stessa cricca che ha tentato di screditarmi in altre vicende, soltanto per gelosie politiche. Mi duole l’ingiusta detenzione ai domiciliari ed essere stato defenestrato dall’Ars ingiustamente”.