Lavoratori, associazioni imprenditoriali, sindaci, studenti, pensionati e semplici cittadini hanno affollato Piazza Archimede come non succedeva da tempo. Grande partecipazione alla manifestazione organizzata da CGIL e CISL per difendere il diritto al lavoro e alla produzione della zona industriale, una delle più grandi d’Europa.
Il corteo, aperto dai segretari generali di Cgil e Cisl, Roberto Alosi e Vera Carasi, con lavoratori ed esponenti del mondo produttivo, ha percorso Siracusa lungo corso Umberto e via Matteotti, per concludersi in una piazza Archimede stipata con si vedeva da tempo.
Sindacati e imprenditori insieme ai sindaci di diverse città della provincia, guidati dal vicepresidente dell’ANCI Sicilia Paolo Amenta, e a numerosi politici di diversi schieramenti.
Tra loro i senatori Antonio Nicita del Partito Democratico, e Davide Faraone di Italia Viva, oltre al deputato regionale Tiziano Spada ed esponenti di altri partiti.
Assenti giustificati i sindaci di Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa, impegnati in un vertice convocato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso, proprio per affrontare l’emergenza Lukoil.
Dal palco di piazza Archimede, tutti gli interventi, che è possibile ascoltare integralmente a questo link, hanno sottolineato la preoccupazione per il futuro del polo industriale, legata non solo alla vertenza Isab Lukoil, ma anche alla complessa vicenda del depuratore Ias che serve le imprese del polo ed è ancora sotto sequestro operato della procura di Siracusa.
Come è noto, il prossimo 5 dicembre scatterà l’embargo per il petrolio russo e l’Isab Lukoil rischia di dover interrompere la produzione di raffinati del petrolio, non avendo la possibilità, a causa della stretta creditizia operata dalle banche, di acquistare il greggio in altri paesi.
Per superare questo problema, nelle scorse settimane, su iniziativa dei senatori Nicita e Furlan, il ministro Urso aveva inviato una ‘comfort letter’, per rassicurare le banche con la garanzia di Sace.
Le banche non hanno però accolto la sollecitazione del governo, e la situazione della raffineria Isab, che da sola raffina il 22% del greggio lavorato in Italia, oltre a produrre semilavorati essenziali per le attività di molte altre industrie, rimane estremamente critica.
Nel vertice di oggi al Ministero, al quale erano presenti i vertici di Lukoil, sindacati ed enti locali, non hanno partecipato le banche interessate, che pure erano state invitate.
Ma nonostante l’assenza degli interlocutori principali, dal vertice di oggi trapela un moderato ottimismo, per la soluzione della complessa vertenza.
L’azienda ha assicurato di avere scorte di greggio sufficienti a garantire la produzione fino a tutto dicembre, e il ministro Urso si è impegnato a riconvocare nei prossimi giorni i vertici dell’ABI, l’associazione delle banche italiane, per sollecitare la soluzione della questione legata alla chiusura delle linee di credito.
Il ministro ha anche assicurato che sono allo studio tutte le soluzioni possibili, dalla vendita dello stabilimento alla sua nazionalizzazione, per scongiurare l’interruzione della produzione.