I circoli di Legambiente di Augusta, Priolo Gargallo, Melilli e Siracusa scrivono ai Sindaci dei Comuni, alla Regione, ad Arpa, all’Asp e al prefetto per chiedere che in tutte le fasi della “fermata” dello stabilimento della Lukoil, della manutenzione e del riavvio, venga garantita la tutela della sicurezza e dell’ambiente.
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Sulla fermata per i lavori dello stabilimento Lukoil intervengono i circoli di Legambiente di Augusta, Priolo Gargallo, Melilli e Siracusa con una lettera inviata si sindaci, alla Regione, all’Arpa, all’Asp e al prefetto di Siracusa. “Apprendiamo dalla stampa che tra qualche giorno inizierà la cosiddetta “fermata” dello stabilimento Lukoil e che si protrarrà per circa due mesi durante i quali verranno effettuati importanti lavori di manutenzione. È certamente un fatto positivo per i lavoratori e per tutti i cittadini – scrivono gli ambientalisti – che si facciano i lavori di manutenzione e di messa a punto di impianti industriali molto grandi e complessi per mantenerli efficienti ma non dobbiamo sottovalutare che si tratta di stabilimenti a rischio di incidente rilevante inseriti in un’area ad elevato rischio di crisi ambientale, oltre che Sito di Interesse Nazionale (Sin) ai fini della bonifica. Com’è noto le fermate degli impianti, i lavori di manutenzione ed il successivo riavvio degli stessi – ricordano i circoli di Legambiente dei Comuni del quadrilatero industriale rappresentano momenti particolarmente delicati e critici perché da essi possono scaturire incidenti di grande portata con conseguenze gravi per tutti.
La popolazione dell’area industriale lo sa bene per averlo sperimentato sulla propria pelle ed averne spesso pagato le conseguenze in termini rischi e di danni alla salute e sa pure che fermata e riavvio quasi sempre comportano, per emissioni di fumi e fiamme dai camini e dalle torce di stabilimento. Emissioni che frequentemente si accompagnano a rumori molto fastidiosi. In altre precedenti occasioni abbiamo evidenziato che le manutenzioni sono caratterizzate dalla contemporanea presenza in impianto di centinaia di persone che utilizzano anche utensili ed attrezzature con fonti termiche che, in assenza delle necessarie precauzioni possono innescare incidenti e dare vita a scenari infernali. Per quanto banale possa sembrare dirlo, non è mai abbastanza l’informazione fornita ai lavoratori sulle norme e le procedure di sicurezza da seguire scrupolosamente e la vigilanza che occorre porre per evitare che un allentamento dell’attenzione causi disastri. Altrettanto importante è far conoscere i piani di sicurezza esterna alla popolazione dei Comuni che rientrano nell’area a rischio, ai lavoratori dei numerosi centri commerciali posti accanto agli impianti ed ai cittadini che vi si recano per gli acquisti e istruire tutti, con vere esercitazioni, sulle norme di comportamento.
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Il primo obbiettivo, in tutte le fasi della fermata, della manutenzione e del riavvio, è quindi garantire sicurezza e ambiente e non deve mai essere il risparmio di alcuni giorni o ore di tempo a scapito delle condizioni di lavoro degli addetti, della sicurezza generale e delle componenti ambientali. È poi di fondamentale importanza che tutte queste operazioni, ed in particolare quella del riavvio, avvengano senza le insopportabili e prolungate emissioni di nubi di fumo nero e/o rumori altrettanto molesti. Non può essere accettato il fatto che per tagliare le spese si scarichino sulla collettività inquinamento e rischio. Pertanto Legambiente chiede a tutte le parti coinvolte una piena assunzione delle responsabilità che a loro competono e sollecita: al prefetto ed ai sindaci dei Comuni dell’area di diffondere in questa occasione capillarmente e prontamente, un’agile sintesi del Piano di Emergenza Esterna per gli stabilimenti a rischio rilevante, con gli scenari di rischio e le norme da adottare in caso di incidente. Inoltre, durante il periodo della fermata, organizzare un’esercitazione di Protezione civile. Un ‘esercitazione che, simulando l’accadimento di un incidente rilevante, lo gestisca secondo il Piano di Emergenza e coinvolga la popolazione nella sua sperimentazione.
Legambiente chiede alle aziende del polo petrolchimico di non guardare ai crono-programmi fatti sulla base del massimo risparmio. Piuttosto i circoli dell’associazione ambientalista chiedono che vengano realizzati programmi basati sulla massima sicurezza, a Confindustria, all’Ispettorato del Lavoro, all’Azienda sanitaria Asl 8 ed ai sindacati di rendersi parte attiva per verificare che i lavoratori siano veramente edotti sulle norme di sicurezza e che esse siano applicate, comprese quelle sulla qualità degli ambienti di lavoro – senza sconti e senza deroghe, agli enti pubblici di controllo (Arpa, Asp, Libero consorzio comunale di Siracusa, Comuni) di vigilare affinché siano adottate tutte le misure per evitare il comodo ricorso allo scarico in torcia. Non siano quindi permesse scorciatoie che consentano di immettere in ambiente sostanze inquinanti, tossiche e cancerogene. La presente – concludono – da valere ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modifiche e integrazioni introdotte dalla legge n. 15/05 nonché dalla legge n. 69/09, del regolamento di cui al D.P.R. 12 aprile 2006 n. 184 e della vigente normativa in materia di accesso e di trasparenza dell’attività della pubblica amministrazione”.