Un intento comune quello sottoscritto nel documento firmato da Fausto Raciti, MariKa Cirone Di Marco, Bruno Marziano e Sofia Amoddio, inviato per pec alla presidenza della Regione siciliana, all’Assessorato regionale della Salute e per conoscenza al direttore dell’Asp di Siracusa.
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“La situazione sanitaria nel Sud Italia è drammatica per il decrescere degli investimenti negli ultimi decenni e per il loro utilizzo spesso inefficiente – si legge nel comunicato – L’emergenza coronavirus mette a nudo questa debolezza in termini di mancanza di attrezzature, dispositivi di sicurezza e capacità organizzative complessive. In questa situazione generale emergono i limiti specifici della provincia di Siracusa che vanno evidenziati con forza, non per creare allarmismi ma per trovare immediatamente soluzione e rimedi. Giungono da più parti informazioni di privati cittadini circa lo stato di disorganizzazione del servizio sanitario di Siracusa e soprattutto del servizio ospedaliero presso l’Umberto I° di Siracusa, che segnalano incertezze e superficialità nella gestione dell’emergenza. Anche i comunicati stampa dei sindacati del personale ospedaliero denunciano uno stato di carenza organizzativa, gestionale e informativa da parte della dirigenza dell’ASP. In particolare sembra emergere un limite nel servizio di pre-triage e nel successivo passaggio al ricovero ospedaliero, con una evidente deficienza nella organizzazione del servizio di pronto soccorso e una difficoltà a separare la cura dei pazienti critici da quella dei pazienti non critici”.
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“Le notizie di infezioni tra medici e personale paramedico sembrano confermare questo stato di cose. Sappiamo bene che gli ospedali rappresentano oggi il presidio principale, la trincea al fronte, nella lotta contro la diffusione della pandemia e per questo riteniamo necessario che la loro organizzazione deve essere garantita con la massima efficienza. Riconosciamo lo spirito di sacrificio di tanti medici e infermieri che gestiscono l’emergenza a partire da uno stato di carenza strutturale, ma proprio per questo chiediamo fermamente alla catena di comando dei servizi ospedalieri, nel rispetto dell’autonomia delle sue competenze, il massimo della capacità organizzativa, della lucidità strategica e della messa a frutto della sua esperienza. In questa fase è mancata una corretta informazione ai cittadini sullo stato della situazione sanitaria e una corretta formazione del personale medico e paramedico sulle modalità con cui affrontare l’emergenza. I protocolli organizzativi sono poco efficaci e la pratica di affidarsi a ordini di servizio per la gestione dell’emergenza inefficiente. Il cittadino deve essere messo in condizione di avere fiducia nel servizio sanitario pubblico, il personale ospedaliero deve essere messo in condizione di lavorare in sicurezza. Per questo riteniamo necessario che la presidenza della Regione e l’assessorato alla Sanità, attraverso una visita ispettiva, valutino la funzionalità delle procedure messe in campo e intervengano dove e se esse risultano deboli o inefficaci”.