“I numeri quotidiani inerenti il contagio da Covid-19, nonostante il grande appeal mediatico, difficilmente riescono a dare un quadro completo della situazione della sanità italiana ma soprattutto di quella siciliana perché i cittadini, di fatto, complice la poca trasparenza istituzionale spesso non hanno ben chiara la situazione in cui ci troviamo”.
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Sostiene il deputato regionale Giovanni Cafeo: “Durante i mesi di “pausa” del virus, frutto del grande sacrificio affrontato con il lockdown di marzo, ci si attendevano interventi forti e determinanti da parte del Governo – prosegue Cafeo – con l’obiettivo di farci trovare pronti di fronte ad una probabile seconda ondata di contagi che la storia ci ha insegnato essere spesso più virulenta della prima; eppure, oggi la sensazione è quella di avere lasciato nuovamente medici, infermieri e personale sanitario in generale in balìa degli eventi, senza un piano di intervento sanitario specifico ma soprattutto senza una chiara programmazione in termini ad esempio di assunzioni mirate, scattate, come abbiamo visto dalla pubblicazione dei bandi, in ritardo e in tutta fretta soltanto per inseguire l’emergenza”.
“E proprio la corsa all’emergenza priva di programmazione è certamente la linea guida di questo Governo – continua Giovanni Cafeo – in tutti gli ambiti ma soprattutto nella Sanità dove però, per forza di cose, i danni diventano più gravi ed evidenti. “Non è certamente intenzione mia o del mio partito limitarsi alle critiche in questa fase comunque molto delicata – precisa Cafeo – e anzi, come nel caso del sostegno ad una rimodulazione delle aperture di ristoranti, bar, palestre e teatri in Sicilia a seguito dell’ultimo DPCM, quando ci è sembrato giusto non abbiamo fatto mancare il nostro supporto alle decisioni prese per il bene della Sicilia, tuttavia oggi in ambito sanitario è arrivato il momento di dare un segnale forte, ponendo l’assessore alla Salute Razza di fronte ad una necessaria assunzione di responsabilità”.
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“I numeri della sanità, in barba ad ogni annuncio rivoluzionario, oggi restano impietosi – spiega ancora Cafeo – a cominciare dagli oltre 35 milioni messi a disposizione per premi e incentivi al personale sanitario bloccati da maggio, senza dimenticare proprio in merito al personale il ritardo nell’emanazione dei bandi, di cui prima già si accennava; la pianta organica di Siracusa ha inoltre un rapporto tra personale sanitario e cittadini pari a 1 su 127, a fronte della media siciliana di 1 su 121, numeri che creano imbarazzo se paragonati ad esempio a quelli di Toscana, Emilie Romagna e Veneto, pari a 1 su 81. Anche il confronto con le stesse città siciliane offre preoccupanti spunti di analisi – continua Giovanni Cafeo – con la spesa per il personale medico di Siracusa inchiodata a 178 milioni annui, a fronte dei 179 previsti per la più piccola Ragusa e addirittura i 191 per la città di Trapani, tranquillamente paragonabile al capoluogo aretuseo; il fabbisogno da raggiungere, considerato il contesto, è quello di 240 milioni di euro, indispensabili per affrontare al meglio l’emergenza che stiamo vivendo”.
“Se in aggiunta a tutto questo consideriamo anche la spesa che l’ASP di Siracusa deve sostenere a causa della mobilità passiva, ossia per i cittadini che decidono di curarsi altrove, pari a circa 50 milioni di euro nonché le carenze ormai ataviche come quelle relative ai PTA della zona Sud, ecco che il quadro drammatico delineato prende forma ben definita – conclude Cafeo – un quadro che non possiamo e non dobbiamo più avallare e al quale dobbiamo porre fine proprio grazie all’unità del territorio, sostenendo insieme una battaglia comune per una sanità migliore, efficiente e di eccellenza”.