“Apprendiamo con viva preoccupazione le recenti voci che sembrano anticipare nuove, e speriamo solo fantasiose, ipotesi di provvedimenti in favore dei detenuti, nelle quali si arriva a paventare, in forza della nota situazione dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, la possibile liberazione di circa 10.000 delinquenti”.
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Lo ha dichiarato il sindacato autonomo provinciale di polizia Adp di Siracusa, che prosegue: “Ci spiace per la rudezza del termine ma non ci facciamo alcuno scrupolo a definirli così, tali sono e tali si sono dimostrati – specie a chi non lo avesse ancora capito – con le azioni che velocemente hanno saputo coordinare, a distanza tra di loro (e anche facendo scendere in strada i congiunti all’esterno, inducendoli a manifestare in maniera altrettanto violenta nei piazzali antistanti ai vari istituti), danneggiando gravemente le strutture che li ospitavano. La cosa più grave, secondo il nostro modesto punto di vista, è che nessuno dice chiaramente che questi atti di violenza, che hanno alimentato rivolte più o meno gravi in tutti i penitenziari della penisola, dimostrano il fallimento del nobilissimo intento che ancora ci si ostina a sostenere quando si parla della funzione rieducativa della pena/detenzione – prosegue – I fautori, i protagonisti e tutti quelli che hanno seguito l’orda, sono delinquenti di scarsissimo rango malavitoso; sono quelli che di solito si dedicano ai reati più fastidiosi e pericolosi dal punto di vista della percezione sociale – lo spaccio, il furto, la rapina, lo scippo, l’estorsione -, caratterizzati spesso da violenza sproporzionata rispetto all’illecito provento preso di mira”.
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“Hanno già dato dimostrazione dell’assoluta mancanza di volontà di redenzione, giacché prima di finire rinchiusi in uno dei carcere devastati, hanno violato costantemente e con irrisorio sberleffo nei confronti dell’autorità, le misure restrittive, meno stringenti ed afflittive, che i vari magistrati giudicanti hanno sempre concesso in via preliminare, convinti di far del bene a loro, alle loro famiglie, all’intera collettività. Niente di più evidentemente sbagliato e questi tumulti – ben organizzati, ribadiamo – ne sono la dimostrazione. – ha concluso la segreteria provinciale Adp – Adesso, in considerazione di ciò, convinti che non ci sia bisogno di attendere oltre per prendere atto del sonoro tonfo patito da ogni tentativo volto al recupero, ci auguriamo che non si dia corso a ulteriori dispersioni di tempo e risorse e si agisca immediatamente per allontanarli il più possibile tra di loro, distribuendoli in maniera quanto più ampia si possa farle sul territorio, iniziando dal trasferimento in strutture penitenziarie diverse da quelle dove si sono compattati facendosi forza gli uni con gli altri”.