Un gruppo di esponenti di rilievo del Partito democratico siracusano ha scritto al segretario regionale Anthony Barbagallo, per esprimere il dissenso nei riguardi della scelta di scegliere il seggio alla Camera dei deputati, che priverebbe la provincia dell’elezione di Glenda Raiti.
Bruno Marziano è il primo firmatario di una lettera indirizzata ai vertici del partito, con la quale chiedono al segretario regionale Anthony Barbagallo, di rivedere la scelta, annunciata in una intervista, di lasciare il seggio all’Ars per optare per quello alla Camera dei deputati.
“Caro Anthony”, scrivono i firmatari, “abbiamo appreso, per vie assolutamente informali (un’intervista televisiva) e non attraverso una comunicazione interna al partito, della tua decisione di optare per il seggio alla camera dei deputati.
Riteniamo che tu sia consapevole della ricaduta di questa scelta che ancora una volta priva la provincia di Siracusa e il partito democratico della provincia di un suo rappresentante riconosciuto ed espressione degli elettori della provincia stessa.”
Barbagallo, lo scorso 25 settembre, è stato eletto sia alla Camera dei deputati che all’Assemblea Regionale Siciliana, la scelta che farà determinerà la surroga del primo dei non eletti della lista relativa all’istituzione per cui opterà.
Nel caso Barbagallo optasse per il seggio all’Ars, come auspicano i firmatari della lettera, il seggio alla Camera dei deputati andrebbe alla siracusana Glenda Raiti, figlia dell’indimenticato Turi, storico dirigente del partito, che fu anche sindaco di Lentini.
La lettera prosegue con toni decisi.
“Certo non è questo il risultato che si aspettavano gli elettori del PD della provincia che hanno votato il partito in una percentuale molto più alta che nel resto della Sicilia sperando nell’elezione di un proprio rappresentante del territorio.
Con questa scelta peraltro, unitamente a quella annunciato nella stessa intervista televisiva, di rimanere a svolgere il ruolo di segretario regionale, condanni il partito per i prossimi anni ad una attività a scartamento ridotto poiché solo un Superman può pensare di svolgere.
Contemporaneamente la funzione di segretario regionale, che si sviluppa soprattutto a Palermo, di deputato nazionale, attività che si esercita soprattutto a Roma ,vivendo a Catania e dovendo rappresentare le esigenze di tre province importanti come Catania Siracusa Ragusa.
E ne sono un esempio i primi mesi di attività politica romana.”
Un passaggio è dedicato alle criticità della zona industriale e della provincia e all’esigenza di una rappresentanza politica che sia all’altezza della complessità dei problemi.
“Per nostra ventura questo ruolo lo sta svolgendo in modo eccellente ed oltre ogni nostra più ottimistica aspettativa il senatore Nicita con le sue numerose iniziative che hanno evitato che tali problematiche fossero appannaggio esclusivamente dei rappresentanti del centro destra.
Non a caso abbiamo fortemente voluto, con una richiesta esplicita alla segreteria nazionale, la sua nomina a commissario provinciale del partito.”
Quindi i firmatari della lettera accusano Barbagallo di condannare il partito a un ruolo marginale, e ricordano che in Sicilia non si è fatta una sola iniziativa sul processo costituente e sulle primarie per l’elezione del nuovo segretario nazionale, al di là di quelle organizzate dai singoli candidati.
Sottolineano l’assenza di una iniziativa del partito sulle vicende scandalose che stanno riguardando il governo regionale e la sua maggioranza di centrodestra.
Concludono con una critica al segretario regionale.
“Pensiamo che aldilà della brutalità con cui hai affrontato la vicenda della tua opzione per la camera dei deputati (neanche una telefonata preventiva a Glenda Raiti che come la Severino potrebbe avere coltivato l’aspettativa di una sua elezione), tu stai facendo una scelta sbagliata politicamente che non ti consentirà di organizzare e promuovere l’attività politica del partito già dei prossimi mesi nei quali dovremo affrontare la sfida delle amministrative decisiva per le sorti future del partito.
speriamo di sbagliarci per il bene del partito ma temiamo di no.”
Oltre che da Bruno Marziano, la lettera è firmata da Salvo Baio, Gabrio Calabrò, Antonella Fucile, Rossella Di Paola, Franco Iemmolo, Paolo Censabella, Francesco Sgarlata, Alex Siracusano, Veruccio Ferro, Alessandro Boscarino e Angelo Greco.