Lo affermano i rappresentanti regionali e provinciali di Art.Uno Pippo Zappulla e Antonino Landro.
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“E’ ormai acclarato che la Sicilia è stata classificata zona arancione non per complotti internazionali ma per un sistema sanitario inadeguato e un governo regionale ossessionato dal dire e fare sempre l’opposto delle decisioni nazionale per conquistarsi le grazie di Salvini e della Meloni. Lo affermano i rappresentanti regionali e provinciali di Art.Uno Pippo Zappulla e Antonino Landro. “In Sicilia si sfiora la soglia di pericolo del 30% dei posti letto di rianimazione , quella di allarme del 40% dei posti letto dei pazienti meno gravi, si annunziano altri posti di terapia intensiva ma ancora non si è neanche raggiunta la soglia prevista per legge di 719. Molti pazienti affetti da patologie ordinarie anche gravi, taluni in tesa di intervento vedono rinviate, spostate spesso a tempo indeterminato le loro cure. Il Sindaco di Palermo scrive del rischio di una strage per l’aumento esponenziale dei contagi e la saturazione dei posti di terapia intensiva negli ospedali. E se nella provincia di Siracusa si sono superati i 2.000 contagiati con il coinvolgimento ormai di tutti i Comuni del territorio e si procede ad una media inquietante di almeno 100 nuovi casi al giorno è legittimo essere preoccupati e chiedere se la sanità siracusana è in grado di reggere questo incremento e cosa si sta facendo e si dovrà fare almeno per rallentarlo.
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“In questo contesto e con questi numeri ci chiediamo nella provincia di Siracusa come stanno realmente le cose. Nessun allarmismo ma Il migliore modo per crearlo è proprio quello di non fornire quotidianamente le informazioni sul reale stato delle cose: quanti nuovi contagiati, quanti ricoveri, quanti in terapia intensiva, quanti curati a casa, quanti asintomatici in isolamento. Ma anche spiegare come e se si è organizzata la sanità territoriale e se si è potenziata l’assistenza domiciliare. Perché non si può scaricare tutto il peso di una drammatica emergenza sulle spalle dei medici, degli infermieri e degli operatori tutti della sanità a cui deve andare sempre il plauso e il ringraziamento per il loro straordinario lavoro e impegno. Esiste un Piano di emergenza provinciale per affrontare quella che si preannunziava come la seconda ondata del contagio da corona virus? E se esiste chi dirige la sanità pubblica siracusana non ritiene di informare la comunità cittadina e provinciale? Le organizzazioni sindacali e lo stesso Ordine dei medici denunzia ormai quotidianamente il rischio di strutture sature, incapaci di accogliere altri degenti covid ma anche di rispondere alle esigenze di altre patologie sanitarie. Cosa si intende fare per evitare il disastro? Non ci vorremmo trovare nella incredibile e gravissima situazione di ottenere come provincia il triste primato di quella meno organizzata, più contagiata e con più problemi sanitari. Siamo convinti che molte delle responsabilità e dei limiti sono addebitabili al governo regionale e l’assessore Razza ma abbiamo la brutta sensazione che si possa contribuire anche dal livello provinciale al disastro sanitario siciliano. Occorre certo il massimo della collaborazione e della trasparenza ma è indispensabile una sanità pubblica all’altezza dell’emergenza. Tutto questo anche per sollecitare i cittadini, soprattutto quella pur minima parte che si ostina a sottovalutare la gravità del contagio, a contribuire a governare la situazione rispettando con responsabilità e serietà le disposizioni”.