La Capitaneria di porto di Siracusa impegnata in una complessa attività di polizia ambientale per la verifica della natura di potenziali “rifiuti speciali”.
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Con il coordinamento e la direzione della Procura della Repubblica di Siracusa, la Capitaneria di porto di Siracusa è stata impegnata in una complessa attività di polizia ambientale per la verifica della natura di potenziali “rifiuti speciali” in precedenza individuati sul fondale marino prospiciente la “Penisola Magnisi”, all’interno della “Baia di Santa Panagia”, ricompresa nell’ambito del “S.I.N. di Priolo”. L’intervento di verifica articolato nel prelievo in sicurezza e nella caratterizzazione di un’aliquota di fusti metallici geolocalizzati nell’area S.I.N. di Priolo, presumibilmente giacenti sul fondale da diversi decenni, mediante l’impiego di personale e mezzi tecnici di società specializzata di Augusta è stato reso possibile grazie alle risorse finanziarie rese disponibili dalla Direzione Generale per il Risanamento Ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per il tramite del Reparto Ambientale Marino, nell’ambito della Convenzione con il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto per le “Attività di supporto tecnico/logistico/operativo nelle attività istituzionali di controllo e monitoraggio dei S.I.N.”. Tale attività è stata, quindi, svolta sulla base delle direttive impartite dalla Procura della Repubblica di Siracusa, a seguito delle indagini preliminari svolte da questo Comando, confermate nei mesi scorsi dalle verifiche subacquee effettuate dal personale del III Nucleo Subacqueo della Guardia Costiera di Messina.
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In particolare, in esecuzione di specifica delega d’indagine congiunta del Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Siracusa, Fabio Scavone, e del Pubblico Ministero, Tommaso Pagano, con il concorso e supporto di personale specializzato del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (A.R.P.A.) di Siracusa, nelle giornate del 9, 10 e 11 dicembre u.s., il personale della Capitaneria di porto, ha eseguito i necessari accertamenti ambientali e la discendente attività investigativa, allo scopo di verificare il contenuto e l’eventuale natura pericolosa di tali fusti giacenti sul fondale marino. Grazie al supposto assicurato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Siracusa tale attività ha visto l’iniziale coinvolgimento del personale tecnico-specialistico della Direzione centrale per l’emergenza, il soccorso tecnico e l’antincendio boschivo del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, dei Nuclei N.B.C.R delle sedi di Palermo, di Catania e di Siracusa, del Nucleo Sommozzatori di Catania e dei Distaccamenti di Augusta Porto/Augusta Terra che, nelle giornate del 9 e 10 dicembre u.s., ha provveduto, con esito negativo, alla verifica ed accertamento dell’eventuale presenza o propagazione di fonti radioattive provenienti dagli stessi rifiuti. A seguito delle predette verifiche, il 10 ed 11 dicembre u.s. si è quindi proceduto in sicurezza alle operazioni di prelievo, alle quali, per conto del Ministero dell’Ambiente, ha presenziato il Capo del Reparto Ambientale Marino del Corpo delle Capitanerie di porto, Ammiraglio Ispettore (CP) Aurelio Caligiore.
Con l’ausilio di uno specifico rimorchiatore individuato per tale tipo di attività tecnica e di personale specializzato sono stati recuperati dal fondo del mare n. 2 involucri metallici concrezionati, esteriormente ed internamente caratterizzati dalla presenza di calcestruzzo, che da un primo esame visivo oramai risultavano essere completamente corrosi e usurati dalla lunga permanenza sul fondale, mantenendo nella loro interezza la forma cilindrica tipica del fusto metallico, molto probabilmente utilizzati come corpi morti per l’ormeggio. In attuazione delle disposizioni impartite dall’Autorità Giudiziaria, a seguito delle operazioni di recupero il personale tecnico dell’A.R.P.A. di Siracusa intervenuto sui luoghi ha eseguito una serie campionamenti (del contenuto dei fusti recuperati, dei sedimenti del fondale sui quali erano adagiati, della vegetazione superficiale e di un patina che avvolgeva gli involucri metallici) per procedere alla relativa analisi di laboratorio, funzionali ad ogni eventuale utile successiva valutazione.