Manca un voto alla prima votazione e Alessandro Di Mauro per essere eletto presidente alla prima votazione.
Il consigliere del gruppo Popolari e autonomisti, si ferma a 16 voti, uno in meno del necessario.
Dopo il voto, i Gruppi del centro destra e il Pd lasciano l’aula, facendo mancare il numero legale, e si rivoterà domani alle 10.
Nulla di fatto nella seduta di stamattina.
Per un voto, Alessandro Di Mauro del gruppo Popolari e autonomisti non è già presidente del Consiglio comunale di Siracusa.
Per eleggere i vertici oggi era richiesta la maggioranza assoluta di 17 voti, e Alessandro Di Mauro del Movimento per le autonomie si è fermato a 16.
3 preferenze ciascuno sono andate a Massimo Milazzo del Pd, Ivan Scimonelli di Insieme, Giovanni Boscarino di Forza Italia, Paolo Romano di Fratelli d’Italia, Franco Zappalà di Fuori Sistema Siracusa; una la scheda nulla.
Non ha ottenuto gli effetti sperati l’appello lanciato ieri dal leader in provincia del Mpa alle “forze di buon senso a Siracusa, comprendenti le liste civiche e i partiti moderati”, ad unirsi “per raccogliere l’appello ad una pacificazione nell’interesse più alto della città rivolto sia da parte del nostro arcivescovo alla vigilia della campagna elettorale, che con grande chiarezza politica è stato espresso dal Sindaco Italia nel suo discorso in occasione dell’insediamento del consiglio comunale”.
È quindi ormai venuta allo scoperto la convergenza tra Carta e Italia, che è risultata determinante per la rielezione del sindaco.
Il centrodestra, che nonostante la sconfitta del suo candidato sindaco Ferdinando Messina, nel Consiglio avrebbe la maggioranza, ne esce a pezzi.
che aggiornare la seduta a domani alle 10, che aggiornare la seduta a domani alle 10, Due consiglieri eletti nella lista di Fratelli d’Italia, Porto e Ricupero, avevano già da tempo preso le distanze dal partito.
L’accordo tra il sindaco Italia e l’on. Carta che, secondo i bene informati, coinvolgerebbe le possibili prossime elezioni provinciali, e più concretamente gli equilibri della società che dovrà gestire le acque in provincia, non è però condiviso da tutti i consiglieri vicini a Italia.
Nel giorni scorso il nome più accreditato per la presidenza del consiglio sembrava quello di Luciano Aloschi, anche lui Mpa, ma si era parlato anche del Pd Massimo Milazzo, che per i suoi trascorsi in un’area politica molto frequentata da esponenti di centrodestra, avrebbe potuto rappresentare un elemento di garanzia per tutti i gruppi.
In favore di Milazzo, nei giorni scorsi, aveva lanciato un appello anche la candidata sindaco del centrosinistra Renata Giunta.
Dopo l’esito della votazione, il capogruppo di Insieme Ivan Scimonelli, ha annunciato che il suo gruppo avrebbe lasciato l’aula.
L’esempio è stato seguito dagli altri gruppi in dissenso rispetto all’accordo Carta Italia, facendo così mancare il numero legale.
Al presidente della seduta, il consigliere anziano per voti, Bonfede, non è rimasto che aggiornare la seduta a domani alle 10, quando per eleggere il presidente basterà la maggioranza dei presenti in aula.
Ancora poche ore e vedremo se l’accordo tra Carta e Italia terrà o a spuntarla sarà un outsider.