Le categorie del settore industria di Cgil e Uil, definiscono “superficiale e quasi inutile” l’approccio del governo regionale alla crisi del petrolchimico.
Un atteggiamento che, assieme all’assenza di partecipazione degli attori istituzionali locali, costituisce, per i due sindacati, “un chiaro segnale della scarsa comprensione della politica rispetto all’entità della crisi che sta colpendo l’area industriale e delle gravi preoccupazioni dei lavoratori”.
La situazione attuale dell’area industriale siracusana e lo scenario che si pone davanti, non lasciano presagire nulla di buono per il futuro dei lavoratori.
Il giudizio sugli incontri tenuti presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sulle problematiche legate a IAS e Versalis, è negativo.
Per Cgil e Uil, gli incontri “si sono rivelati deludenti, incapaci di affrontare in modo concreto e risolutivo le gravi questioni dell’area industriale siracusana”.
Il riferimento è in particolare a quello del 21 novembre, convocato inizialmente per discutere della situazione generale, e poi trasformato, per volontà del Ministro, in un confronto specifico sul tavolo IAS, riducendo così ulteriormente la portata del dibattito.
“Solo nell’ultimo incontro si è riusciti ad entrare parzialmente nel merito del progetto di Versalis, generando comunque perplessità legate alle tempistiche, al reale mantenimento dei livelli occupazionali sul territorio e l’impatto sulle aziende integrate alle produzioni di Versalis.”
Di fronte a questo atteggiamento, ritenuto inaccettabile per l’estrema leggerezza con cui è affrontata quella che definiscono “la più grave crisi della storia dell’area industriale siracusana”, le categorie del settore industria di CGIL e UIL stanno elaborando nuove iniziative per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni.
I due sindacati si chiedono polemicamente “Chi sta realmente combattendo per il futuro dell’area industriale?”
“Mentre CGIL e UIL continuano a lottare, ci chiediamo se la politica stia affrontando questa emergenza guardando solo ai propri interessi e al clientelismo.
Queste sono le domande che solleveremo attraverso iniziative pubbliche che coinvolgeranno l’intera popolazione e tutte le associazioni di categoria del territorio.
Una operazione di coinvolgimento e consapevolezza, che mira a far comprendere il pesante impatto sull’economia siracusana determinato dall’arretramento dell’area industriale.
Nel frattempo, la crisi avanza inesorabile: la fermata degli impianti sta già generando conseguenze gravi, con impatti sull’occupazione e sui redditi dei lavoratori.
Per questo motivo, le azioni di lotta e rivendicazione delle categorie proseguiranno con determinazione, per impedire che i costi di questa crisi ricadano unicamente sui lavoratori.
CGIL e UIL di Siracusa annunciano che, in assenza di risposte concrete e tempestive, la mobilitazione assumerà forme e proporzioni più rigide, a tutela del futuro dell’area industriale e della dignità dei suoi lavoratori”.
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