Cresce la mobilitazione dei lavoratori della zona industriale in vista dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil per il 12 novembre, per protestare contro il ridimensionamento degli attuali assetti industriali.
Si è svolta ieri, davanti al piazzale della portineria CR, la prima delle assemblee programmate dei lavoratori della zona industriale.
All’assemblea hanno partecipato numerosi i lavoratori delle aziende Versalis, Isab, B2G, Priolo servizi, Air Liquide e di tutte quelle dell’indotto.
Per Roberto Alosi, segretario generale della Cgil Siracusa, lo sciopero sarà solo il primo momento di una battaglia che si annuncia lunga.
“In assenza di un piano di riconversione energetica ed ecologica che coinvolga l’Intero Polo industriale siracusano in tutte le sue articolazioni, nessuno escluso, il progetto di ENI va fermato.
Lo abbiamo fatto nel 2015 lo faremo anche stavolta.
Sciopero generale dell’intero assetto industriale siracusano il 12 novembre.
E’ solo l’inizio.
Noi non ci fermeremo”.
La preoccupazione dei lavoratori delle aziende del petrolchimico e dell’indotto è aumentata dopo l’annuncio di Eni della chiusura dell’impianto di cracking di Versalis di Priolo.
Una chiusura, dovuta alla crisi strutturale del settore della chimica di base, che si aggiunge agli altri elementi di incertezza per il futuro del polo industriale del siracusano.
Non c’è molta fiducia sulla reale riconversione dell’impianto che, secondo il piano di Eni, dovrebbe vedere la realizzazione prevede la realizzazione di una bioraffineria per SAF e di un impianto di riciclaggio chimico che impiega la tecnologia HOOP.
Per molti, come l’ex segretario di area vasta Uil, Stefano Munafò, “sembra di rivivere vicende de passato come quella dl Clorosoda”.
In quel caso, infatti, agli annunci e ai progetti di riconversione, non fece seguito alcun intervento concreto.
La chiusura degli impianti di Versalis si aggiunge agli altri focolai di crisi della zona industriale.
I sindacati accusano infatti Isab di non rispettare la golden power sul mantenimento degli assetti produttivi, fermando invece gli impianti meno remunerativi, senza metter in campo nessuno attività per i nuovi investimenti dichiarati, ed esponendosi così al rischio di dover fermare altri impianti del Sito nord in conseguenza delle decisioni di Eni.
Sasol ha attualmente alcuni impianti fermi o che lavorano al minimo tecnico per decisione della casa madre.
Sonatrach, ha annunciato investimenti per la realizzazione di nuovi impianti, ma ad oggi non ci sono segnali concreti dell’attuazione dei progetti.
Il futuro dell’Ias diventa sempre più difficile per l’assenza di nuovi investimenti e nuove tecnologie e per la decisione delle grandi aziende di realizzare propri depuratori abbandonando l’impianto consortile.
Il programma di preparazione dello sciopero del 12 novembre prevede altre due assemblee.
Lunedì 4 novembre, dalle 8 alle ore 11, nel piazzale antistante la portineria Sasol si riuniranno in assemblea i lavoratori di Sonatrach, Sasol e di tutte le aziende dell’indotto collegato.
Martedì 5 novembre, sempre dalle 8 alle 11, nel piazzale antistante la portineria degli impianti Sud di Isab, sarà la volta dei lavoratori di Isab, Igcc, Air Liquide e tutte le aziende dell’indotto collegato.
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