Con il taglio del nastro da parte del sindaco Francesco Italia, è stato aperto il nuovo ponte ciclopedonale che collega riva Forte del Gallo con piazza delle poste, creando un percorso continuo da via Eritrea ad Ortigia.
La struttura è stata realizzata in acciaio e legno, è lunga 42 metri, larga 5 e ha una portata massima di 30 tonnellate.
Sarà percorribile, nei due sensi di marcia, soltanto da pedoni, biciclette e monopattini ma in caso di calamità potrà essere utilizzata come via di fuga da Ortigia.
La cerimonia di inaugurazione si è svolta alla presenta di un folto gruppo di cittadini, presenti accanto alle autorità.
Erano presenti, tra gli altri, il vicesindaco Edy Bandiera, l’assessore alla cultura Fabio Granata, l’ing. Emanuele Fortunato, responsabile unico del procedimento, il presidente del consiglio comunale Alessandro Di Mauro, e il responsabile tecnico della ditta Solesi, che ha realizzato il ponte.
In apertura, il sindaco Francesco Italia ha letto un messaggio dell’architetto Lorenzo Attolico, progettista dell’opera, che non ha potuto essere presente per impegni professionali.
A percorrere per primo il ponte è stato un gruppo di bambini in bicicletta e in pattini, seguiti da un gruppo di ciclisti e quindi dalla folla dei presenti.
Nella zona di colmo del ponte, si è anche tenuta una breve esibizione del soprano Maria Cappellani e del baritono Gianni Giuga che, accompagnati dal maestro Rosario Cicero, hanno eseguito alcuni celebri brani del repertorio lirico.
Alla manifestazione non hanno partecipato i consiglieri del Partito democratico, che hanno così protestato, per un’opera che “l’amministrazione ha deciso da sola di costruire un ponte, emulando un po’ troppo il Ministro dei Trasporti, utilizzando però risorse di tutti”.
Questo si legge in un comunicato, che definisce la cerimonia di oggi “ennesimo taglio di nastro, ennesimo video sui social, ennesimo articolo per una allucinazione collettiva da cui dobbiamo necessariamente svegliare tutta la città”.
Il comunicato prosegue con l’accusa al sindaco Italia di trascurare quelli che sono i bisogni reali dei cittadini.
“Per vivere bene in una città non basta il sole e il mare, non bastano i ristoranti e gli alberghi e di certo non serviva un ponte ciclopedonale, simbolo a futura memoria che amministrare e spettacolizzare sono sinonimi solo per Francesco Italia.
Noi pensiamo che per vivere bene in una città occorre occuparsi di tutti i suoi quartieri, occorre più lavoro, occorre più attenzione verso i commercianti e gli artigiani, occorrono un nuovo ospedale ed una migliore sanità, occorre più offerta culturale e salvaguardare la biblioteca comunale, occorre una città pulita e libera dai rifiuti, occorrono strade senza buche e sicure, occorre un piano del traffico efficiente, occorre più sicurezza, occorre occuparsi del verde pubblico evitando che i pochi alberi muoiano e creando nuovi spazi destinati a verde, occorre aiutare chi ha più bisogno e non riesce ad arrivare alla fine del mese, occorre un’amministrazione altra e ben diversa”.
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