Qualche giorno fa, il presidente della Commissione antimafia dell’Ars, Antonello Cracolici, a conclusione della visita a Siracusa aveva parlato della presenza di una mafia silente e ben inserita nel tessuto economico e sociale in provincia di Siracusa.
Cracolici aveva anche parlato di una mafia che non impaurisce e non suscita la reazione pubblica, facendo alzare, così, la soglia di connivenza col fenomeno criminale che non viene vissuto come una minaccia.
“Una bassissima conflittualità che si traduce in affari d’oro per chi decide di reinvestire i propri capitali illeciti nella cosiddetta economia legale”.
Tra le attività privilegiate dall’organizzazione criminale, “il controllo del territorio attraverso lo spaccio di stupefacenti, soprattutto crack, ma anche gli appetiti settore turistico, in espansione, in particolare nella ristorazione e nei trasporti”.
Sulla questione è intervenuto il segretario della Cgil Roberto Alosi.
“Il fatto che su 11 interdittive antimafia, 9 riguardino il settore della ristorazione, e solo due imprese edili, dimostra quanto affermato dal presidente della Commissione antimafia regionale.
È un dato che conferma ciò che da tempo la Cgil di Siracusa denuncia: lo sfruttamento dei lavoratori, la precarietà contrattuale e i salari da fame creano un terreno fertile per l’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico locale.
Di fronte a questo scenario, la Cgil rilancia con forza la propria proposta di introdurre un salario minimo locale di 9 euro l’ora nei settori del turismo, della ristorazione e dell’accoglienza, come strumento concreto per contrastare il lavoro povero e, al tempo stesso, le infiltrazioni mafiose.
Il segretario generale della Cgil sottolinea come in città il turismo sia in pieno fermento, e come dietro la vetrina patinata si nasconda spesso una realtà fatta di lavoro nero, contratti pirata, orari insostenibili e stipendi indegni.
“Alosi È tempo di cambiare rotta: il Comune può e deve fare la sua parte, adottando una misura che sia insieme di giustizia sociale e di presidio di legalità”.
Alosi rilancia anche a Siracusa la proposta già realizzata a Milano, Napoli, Firenze e Livorno, i cui Consigli Comunali hanno approvato l’introduzione del salario minimo per chi opera nel settore turistico.
“Siracusa non può restare indietro.
Per questo il sindacato chiede che l’Amministrazione Comunale vincoli licenze, concessioni, suolo pubblico, accesso ai contributi e autorizzazioni al rispetto della soglia retributiva dei 9 euro l’ora.
A ciò va aggiunto un sistema di controlli sistematici e una ricognizione trasparente dei contratti attivi, con l’impegno a redigere report periodici e a confrontarsi regolarmente con le organizzazioni sindacali”.
In merito alla dichiarazione rilasciata dal Sindaco Francesco Italia, la Cgil prende atto della volontà di seguire con attenzione il tema ma sottolinea come non sia più sufficiente limitarsi ad appelli generici.
“Apprezziamo l’apertura al minimo sindacale del Sindaco ma siamo davanti a un bivio: o si interviene con provvedimenti chiari e vincolanti, oppure si continuerà a tollerare una situazione che favorisce l’illegalità e penalizza chi lavora onestamente.
La nostra proposta è concreta, praticabile e pienamente legittima dal punto di vista giuridico: ora servono coraggio e volontà politica.
Dove ci sono diritti, salari dignitosi e contratti regolari, la criminalità organizzata trova meno spazio.
Vale per il turismo come per l’agricoltura, l’edilizia, l’industria, i servizi.
È su questo terreno che si gioca il futuro del nostro territorio”
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