Duro il giudizio del segretario provinciale Roberto Alosi nell’assemblea di fine anno della Cgil sui governi Meloni e Schifani.
“Un anno di governo Meloni visto da Siracusa è stato un disastro”.
Per Alosi non c’è stato nessun provvedimento che abbia dato risposta al bisogno della nostra gente sotto qualunque aspetto: sociale, ambientale, occupazionale, economico e di crescita.
Il segretario della Cgil sottolinea quella che definisce “l’aggravante di una congiuntura astrale sfavorevole che ha visto l’allineamento a Siracusa e in Sicilia di un Governo Schifani compiacente e qualche volta, finanche servile”.
Per Alosi, questa mancanza di risposte ha segnato, nel corso dell’ultimo anno, un arretramento di tutti gli indicatori sociali.
“La gente, la nostra gente, è confusa e non capisce: le era stato detto che con il Pnrr le cose sarebbero cambiate, che grazie alla pioggia di miliardi destinati al Sud, alla Sicilia e quindi anche a Siracusa le enormi distanze sociali, economiche, infrastrutturali che ci separano dal resto del Paese sarebbero state colmate, che il diritto alla Sanità Pubblica, all’Istruzione, al lavoro stabile, retribuito e dignitoso, alla salute e alla sicurezza sul lavoro, alla casa, all’assistenza socio-sanitaria, a vivere in un contesto rispettoso dell’ambiente e della vocazione della nostra terra, a trovare accoglienza, inclusione, solidarietà e qualità della vita sarebbero stati finalmente raggiunti o quantomeno avvistati.
Invece, paradossalmente, dopo un anno, tutti gli indicatori sono in caduta libera. Eppure, Siracusa possiede almeno quattro motori di crescita: il sistema industriale; turismo; eccellenze agroalimentari; il recupero del patrimonio edilizio.
Quattro leve di sviluppo lasciate colpevolmente languire dall’ignavia progettuale e forse anche dall’incapacità di azione di quanti ne hanno la titolarità politica e strategica a tutti i livelli.
Siamo di fronte, dunque, ad uno scenario desolante di diffusa precarietà e bassi salari che richiede un cambio di rotta radicale, una inversione di tendenza netta e risoluta. Altro che la narrazione farlocca di un anno di governo Meloni, del governo Schifani e dei suoi luogotenenti territoriali.
C’è un filo che unisce il progetto di riforma costituzionale, il disegno di legge sull’Autonomia differenziata, gli attacchi del Governo contro il diritto di sciopero, l’idea di democrazia come delega totale al potere, senza mediazioni, senza vincoli, senza l’impiccio di un Parlamento già svuotato di ogni funzione e con un sindacato a cui si prova, inutilmente, a spuntare le unghie.
La verità è che siamo di fronte ad una destra radicale nel metodo, conservatrice e nostalgicamente restauratrice nel merito, estremista, antimeridionalista e sovraordinata rispetto alle leggi e alle regole e noi non resteremo a guardare.
Di fronte a tutto questo l’argine civile non può che essere il ritorno alla Piazza, alle alleanze sociali, civili, istituzionali, datoriali e politiche più ampie, democratiche, per raccogliere l’indignazione della gente e dare la visione concreta di un nuovo modello sociale possibile e praticabile”.