Il mondo della sanità si stringe accanto al medico del 118 aggredito al Pronto Soccorso del capoluogo aretuseo.
Un’ambulanza del 118 aveva infatti accompagnato al Pronto Soccorso un paziente a seguito di un malore improvviso.
Tuttavia, mentre i sanitari stavano provvedendo a trasportare l’uomo nei locali dell’ospedale, alcuni familiari hanno aggredito il medico del 118; in particolare, il fratello del paziente, già conosciuto alle forze di Polizia, ha cominciato a colpire l’operatore sanitario con schiaffi e pugni.
É intervenuto anche il poliziotto, in servizio nell’ufficio di Polizia dell’Ospedale, che ha bloccato l’aggressore frapponendosi tra i sanitari e i familiari del paziente.
“Purtroppo continuiamo ad assistere ad episodi di inaudita violenza nei confronti del personale sanitario al quale oggi si aggiunge anche un operatore dell’ordine pubblico nell’esercizio del proprio dovere, mentre garantiscono senza risparmio di impegno e di fatica assistenza a quanti la richiedono”, afferma, tramite una nota, il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa Salvatore Lucio Ficarra, che condanna l’aggressione
“Confido nell’operato dell’autorità giudiziaria, affinché tali episodi messi in atto per fortuna da una sparuta minoranza di cittadini, siano puniti con condanne esemplari”.
“La tutela dei nostri operatori contro ogni forma di violenza sia fisica che verbale rimane tra le priorità delle azioni di questa Azienda”, conclude.
“Qui non si tratta più di esprimere solidarietà di circostanza ad un altro collega vittima di un’aggressione bensì di rivendicare, gridando a pieni polmoni, alle istituzioni competenti e alla politica tutta, azioni concrete, in termini preventivi, deterrenti e di contrasto a questa violenza gratuita e diffusa, per tutelare chi, pur consapevole di lavorare in trincea, ogni giorno rischia davvero, nell’espletamento delle proprie funzioni ordinarie, di rimetterci la vita; bene, la vita, che per missione e passione difende”, afferma il presidente dell’Ordine dei Medici di Siracusa, Anselmo Madeddu.
“Non è più tempo di riflettere! lo abbiamo fatto a lungo e abbiamo invitato tutti a farlo, ma è giunto il momento di agire”.
“Noi non lesineremo azioni legali nei confronti di chi torcerà un solo capello ai nostri colleghi, infatti abbiamo deliberato di costituirci parte civile in ogni processo in cui la parte offesa è un medico”.
“Inoltre, implementeremo le nostre campagne di sensibilizzazione e potenzieremo la formazione in ambito psicologico di tutti gli addetti ai lavori, per ottimizzare i rapporti con l’utenza più disparata, contribuendo alla “rieducazione” all’attesa e al contenimento della frustrazione di pazienti e familiari”, conclude.