“Iniqua distribuzione delle risorse per gli ospedali siciliani, bistrattata la provincia di Siracusa e c’è gente che ha il coraggio barbaro di ringraziare ed applaudire. Su 85 milioni di euro, meno di 3 milioni a Siracusa. Pro capite, meno di tutte le province Siciliane”.
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Il Governo regionale, con un comunicato stampa dai toni inutilmente trionfalistici, ha fatto sapere al mondo intero di avere assegnato 85 milioni di euro alle 18 strutture sanitarie siciliane. Le somme dovrebbero servire per “avviare un radicale processo di innovazione e ammodernamento delle apparecchiature di media tecnologia (ecografi, microscopi, tavoli operatori, elettrobisturi, laser chirurgici, angiografi, defibrillatori) in uso quotidianamente negli ospedali siciliani”. Fin qui il comunicato stampa relativo alle finalità delle apparecchiature.
Il comunicato stampa, poi, continua indicando le somme che sono state stanziate provincia per provincia. Al solito, la più penalizzata è la provincia di Siracusa che su uno stanziamento complessivo di 85 milioni di euro, ottiene solo 2,9 milioni, del tutto insufficienti alle necessità del nostro territorio. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo. Ricordo che alla provincia di Siracusa, in considerazione del numero degli abitanti, toccano circa 8 milioni di euro, quindi, è stato assegnato quasi un terzo di quello che ci spetta. Vogliamo fare un confronto con Caltanissetta (270.000 abitanti) 6,9 milioni di euro, Siracusa (404.000 abitanti) 2,9 milioni di euro, in pratica Caltanissetta riceve 25,55 euro ogni abitante e Siracusa, invece, 7,17 euro per ogni abitante .
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Quello che colpisce, al solito, ha proseguito Vinciullo, non è che la provincia di Siracusa viene trattata come una colonia, ma il fatto che ad ogni provvedimento lesivo dei nostri diritti e della nostra dignità, si elevano cori di ringraziamenti ed applausi a scena aperta. O tempora, o mores! Sono passati più di 2000 anni, ma, ha concluso Vinciullo, ancora oggi nella nostra sfortunata provincia riecheggiano, attualissime, le parole di Cicerone in difesa dei Siracusani contro la bramosia di Gaio Licinio Verre.