Mentre la Sicilia si prepara all’ondata di caldo estivo, si fanno i conti con i danni prodotti dalla siccità, si valutano gli effetti sul turismo, prodotti dal razionamento dell’acqua in molte città, ma soprattutto sull’agricoltura.
Appena una settimana fa l’imponente manifestazione di Coldiretti, che ha portato in piazza oltre 20 mila tra agricoltori e allevatori, per chiedere interventi a sostegno del settore, gravemente danneggiato dalla crisi idrica, che ha praticamente azzerato i raccolti e fatto strage di animali nelle stalle, rimasti senza acqua né cibo. (leggi l’articolo)
I manifestanti protestavano contro la Regione Siciliana, ritenuta la prima responsabile dei danni.
Ora arriva l’allarme di Oleum, organizzazione di aziende olivicoltrici associata a Coldiretti, che prevede un calo del 40% della produzione di olio in Sicilia.
Mentre lo scorso anno, tra maggio e giugno, a danneggiare il frutto negli uliveti erano stati alcuni temporali con piogge intense e venti forti, che danneggiarono gli, quest’anno è la prolungata mancanza di piogge, ma l’effetto è lo stesso.
Per il presidente di Oleum Sicilia, organizzazione di aziende olivicoltrici associata a Coldiretti, Mario Terrasi, la quantità di frutto negli alberi di olive è notevolmente inferiore alle aspettative.
Così Terrazi al Giornale di Sicilia.
“Con ogni probabilità, come nel 2023, anche nel nuovo raccolto le olive siciliane subiranno un calo del 40% rispetto alla media produttiva dell’Isola, 20 mila tonnellate in meno delle abituali 50 mila.
Il deficit causato dallo stress subito dagli alberi per via della crisi idrica. Crisi che ha interessato tutti i territori”.
Terrasi sottolinea come la crisi interessi quest’anno tutte le varietà di olive.
“Se nella precedente annata alcuni areali si erano salvati dal calo, adesso la flessione è prevista ovunque, e per tutte le varietà, dalla Nocellara del Belice alla Biancolilla, dalla Cerasuola alla Tonda iblea.
La speranza, è che non si presenti la mosca dell’olivo, che di solito comincia a far capolino a giugno e che viene resa sterile da temperature sopra i 30 gradi. Altrimentiil deficit produttivo sarà più marcato”.
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