In una intervista al Giornale di Sicilia di pochi giorni fa, il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, ha confermato di avere avuto assicurazioni sul fatto che il governo nazionale non impugnerà la riforma delle province.
Poche settimane fa era trapelata la notizia di un patto tra il presidente della Regione Renato Schifani e il governo Meloni per il via libera alla legge che ripristinerebbe le province in Sicilia, con l’elezione dei consiglieri e del presidente.
Garante del patto sarebbe il presidente del Sanato Ignazio La Russa. (leggi il nostro articolo)
Ora l’ipotesi che il prossimo 9 giugno, i siciliani oltre che per il parlamento europee, votino anche per le province, si fa più concreta.
La questione è nota.
Il disegno di legge che prevede la riforma delle province e la reintroduzione dell’elezione diretta di presidenti e consiglieri, è già stato approvato nelle commissioni Bilancio e Affari istituzionali, e si attende solo il voto finale dell’Assemblea di Sala d’Ercole.
Fino a qualche settimana fa, era dato per scontato che prima di poter approvare la il disegno di legge, fosse necessaria l’abrogazione da parte del parlamento nazionale della legge Delrio che, nel 2014, aveva abolito le province trasformandole in consorzi di comuni.
In Sicilia era stato il governo Crocetta, già nel 2013 ad abolire le province regionali e a istituire i Liberi consorzi, con una riforma che non è mai stata attuata, tanto che questi sono ancora retti da commissari nominati dalla regione.
Nei prossimi giorni, il parlamento regionale dovrà definire il calendario dei lavori, che prevede la discussione e l’approvazione di due importanti provvedimenti.
Oltre alla riforma delle province, è infatti in dirittura d’arrivo anche la nuova legge urbanistica, con la controversa norma sulla sanatoria delle costruzioni sul mare costruite tra il 1978 e 1983.
Il capo gruppo di Fratelli d’Italia, lo stesso partito del presidente dell’Ars, preme perché sia questa legge ad andare in aula per prima.
Per questo Galvagno è prudente, e nell’intervista rilasciata al quotidiano di Palermo, tende a sottolineare l’intesa con il presidente Schifani.
“Ancora non c’è nulla di concordato.
Sarà una scelta condivisa per evitare di incappare in errori e polemiche.
Nei prossimi giorni incontrerò il presidente della Regione, Renato Schifani, e da lui avrò le priorità del governo.
Poi con i capigruppo decideremo.
I rapporti col governo Schifani sono solidi.
Io posso solo augurarmi che alla ripresa dei lavori ci sia in aula la stessa numerosa presenza di deputati che abbiamo registrato nelle ultime settimane”.