Sembra fatto l’accordo tra il presidente della Regione Renato Schifani e il governo per il via libera alla legge che ripristinerebbe le province in Sicilia, con le elezioni dei consiglieri e del presidente.
Garante del patto sarebbe il presidente del Senato Ignazio La Russa, con il quale Schifani si è incontrato prima della pausa natalizia.
A rivelarlo è il quotidiano La Sicilia che, in un articolo di ieri, ha raccontato i dettagli dell’accordo che interesserebbe anche il finanziamento del ponte sullo Stretto e la realizzazione dei due termovalorizzatori, che sta tanto a cuore al presidente della regione.
Ne avrebbe parlato il presidente Schifani con persone a lui vicine, proprio in occasione di alcuni incontri durante le feste natalizie.
Se le indiscrezioni, come sembra probabile, dovessero essere confermate, le elezioni provinciali in Sicilia si svolgerebbero il 9 giugno, in concomitanza con le europee.
La scelta della data consentirebbe alla Regione un risparmio di circa 15 milioni di euro e al centrodestra di godere del traino di partecipazione e consenso, che le elezioni locali indubbiamente producono.
La Sicilia è stata la prima regione a cancellare la province e sarebbe così la prima a reintrodurle.
Fu il governo Crocetta, nel 2013 ad abolire le province regionali e a istituire i Liberi consorzi, con una riforma che non è mai stata attuata, tanto che questi sono ancora retti da commissari nominati dalla regione.
Con l’impegno che il governo nazionale non impugnerà la legge, può così andare in aula per l’approvazione finale la riforma in discussione all’Assemblea Regionale Siciliana, che ha già avuto il via libera delle due commissioni, Bilancio e Affari istituzionali.
Le perplessità sull’approvazione della riforma, che l’accordo tra Schifani e La Russa farebbe venire meno, sono dovute al fatto che per poter approvare la legge regionale è necessario che il parlamento nazionale cancelli la legge Delrio, che nel 2014 aveva soppresso le province.
Il disegno di legge in discussione all’Ars prevede l’elezione diretta del presidente e dei componenti del consiglio provinciale, e una norma transitoria stabilisce che alla prima tornata si voti in base agli attuali collegi.