La prova preselettiva del concorso ordinario per dirigenti scolastici si svolgerà il 23 maggio, il giorno dedicato alle celebrazioni in ricordo di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti di scorta, tutti caduti nella strage di Capaci.
La sorella del giudice ucciso, Maria Falcone, chiede al ministro di spostare la data: “il 23 maggio è sacro per la memoria civile dell’Italia”.
Il ministero, con una nota, ha dovuto precisare che il concorso non interferisce con le celebrazioni.
“Il Dipartimento per il sistema educativo d’istruzione e formazione del Mim chiarisce che la scelta di fissare in tutta Italia la fase preselettiva del concorso per dirigenti scolastici in data 23 maggio risponde a precise esigenze tecniche e organizzative legate, in particolar modo, alla disponibilità delle postazioni informatiche nelle scuole che sono sedi di svolgimento del concorso.
Infatti, si sono dovute evitare le giornate del mese di maggio maggiormente impegnate dalle scuole per lo svolgimento delle prove Invalsi riferite alle classi terminali del primo e del secondo ciclo di istruzione e alle classi campione.
Detta scelta, che attiene alle autonome determinazioni della dirigenza preposta, non interferisce con la giornata di commemorazione del giudice Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e degli agenti di scorta assassinati a Capaci che si svolgerà in Sicilia regolarmente”.
Così la nota ministeriale, che prosegue sottolineando l’importanza delle celebrazioni.
“Il ministero dell’Istruzione e del Merito segue con attenzione questa manifestazione ed esprime il proprio ringraziamento ai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale amministrativo, agli studenti e alle famiglie per il loro impegno quotidiano nel mantenere viva la memoria delle vittime delle stragi di Capaci e Via D’Amelio. Giovanni Falcone rappresenta un esempio ed un insegnamento per le generazioni presenti e future”.
I docenti che partecipano al concorso per dirigente sono 24.944, di questi quasi il 10% in Sicilia, 2.470 per 26 posti.
Considerato che il bando del concorso prevede che alle prove sia ammesso un numero di candidati non superiore a tre volte i posti a disposizione, supereranno la prova selettiva solo in 78, uno ogni 32 partecipanti.
I concorsi per la dirigenza scolastica hanno avuto una vita difficile fin dal loro esordio.
Il primo concorso, concorso bandito a dicembre del 2004, dopo una pioggia di ricorsi fini per essere annullato in Sicilia dal Cga, per una presunta incoerenza tra i tempi di verbalizzazione delle correzioni delle prove delle diverse sottocommissioni.
La vicenda ebbe una forte risonanza mediatica con i ricorrenti che accusarono la commissione, in una trasmissione Rai molto seguita in prima serata, di avere “promosso degli ignoranti”.
Fu necessaria una legge che impose ai vincitori una ulteriore prova di concorso, era l’ottava, per ammetterli definitivamente.
Come accade spesso, la nuova norma fu l’occasione per reinserire un numero notevole di candidati che non erano stati ammessi, o che non avevano superato qualche prova, con l’unica condizione di avere presentato un ricorso al Tar.
Il secondo concorso, bandito nel 2011, non ebbe migliore fortuna.
Stavolta toccò ai vincitori di Lombardia e Toscana vedere annullata la loro nomina ed essere restituiti all’insegnamento.
Il Consiglio di Sato annullò il concorso in Lombardia a causa di un difetto nella carta con cui erano confezionate le buste contenenti i nomi dei candidati che, avrebbero potuto non avere garantita la segretezza prevista.
In Toscana invece la causa dell’annullamento fu la incompatibilità di un membro della commissione che aveva partecipato ad attività formative in vista del concorso.
Anche stavolta ci volle una legge per stemperare il contenzioso contro il ministero, ed anche stavolta fu l’occasione per reintegrare, in tutto il territorio nazionale, in particolare in Sicilia, con un corso concorso di tre settimane svolto ad agosto, un nutrito gruppo di ricorrenti.
Infine, almeno per ora, il concorso bandito nel 2017.
Anche stavolta si è consumato il rito della pioggia di ricorsi, più o meno motivati, dei candidati non ammessi.
E anche stavolta una norma, inserita nella finanziaria 2024, ha previsto una prova per la riammissione dei candidati ricorrenti a un corso per l’immissione dei ruoli della dirigenza scolastica.
La prova si è svolta nelle scorse settimane e l’84,9% dei 2.321 candidati l’ha superata.
Ma buona parte del restante 15,1% sta già presentando ricorso al Tar contro l’esclusione.
A dimostrazione del fatto che, oltre che per concorso, alla dirigenza scolastica si accede sempre più spesso anche per ricorso.