Ad inizio di marzo, l’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia aveva inviato a diciassette dirigenti scolastici il decreto con il quale disponeva la risoluzione immediata del rapporto di lavoro e dell’incarico dirigenziale conferito. Ora, un emendamento approvato alla Camera dei Deputati prevede che siano reintegrati a partire dall’1 settembre prossimo.
Si tratta dei ventuno dirigenti scolastici siciliani, quattro dei quali sono già in pensione, che non avevano conseguito l’idoneità a conclusione del corso-concorso bandito nel 2015, ed erano stati poi ammessi, ma con riserva, a una successiva procedura, bandita nel 2017.Lamentando alcune irregolarità, i docenti avevano infatti presentato ricorso contro l’esito delle prove concorsuali e, per via di una norma inserita nella legge 107 del 2015, la cosiddetta ‘Buona scuola’, avevano avuto accesso a un corso-concorso bandito successivamente.La norma inserita nella legge nasceva dall’esigenza di ripristinare il diritto dei vincitori del concorso di due regioni, Lombardia e Toscana, annullati per responsabilità interamente ascrivibili al Ministero e all’amministrazione scolastica, alla quale i vincitori del concorso erano del tutto estranei.Il Consiglio di Stato, con una sentenza del 15 settembre 2022, accogliendo il ricorso del Ministero dell’Istruzione, ha ribaltato la sentenza del Tar del Lazio, che invece con una sentenza aveva accolto il ricorso dei dirigenti scolastici, stabilendo che non avevano diritto a partecipare alla rinnovazione del corso-concorso.Al direttore dell’USR per la Sicilia, Giuseppe Pierro, non è restato dunque che provvedere all’esecuzione della sentenza, ed emettere il provvedimento di revoca della nomina dei dirigenti scolastici, che avrebbero dovuto tornare a insegnare.A nulla erano valse le richieste, pervenute da più parti, di rinviare il provvedimento alla conclusione dell’anno scolastico, per evitare di gettare nel caos le scuole.Le 17 scuole, otto a Catania, tre a Enna, due a Caltanissetta e a Palermo, una a Siracusa e a Ragusa, sono state affidate alla reggenza del dirigente di un’altra scuola.Ora, la Camera dei deputati, nel corso della discussione in commissione parlamentare, del DL 44/2023, che prevede ‘Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche’, ha approvato un emendamento che stabilisce il loro reintegro.Nel testo, che dovrà ora essere approvato dall’aula e poi dal Senato, si legge “sono reintegrati nel posto di lavoro a decorrere dal 1° settembre 2023, sui posti vacanti, con precedenza rispetto alle operazioni di mobilità interregionale e di immissione in ruolo nell’anno scolastico 2023/2024, a condizione che abbiano superato la prova scritta finale delle procedure concorsuali e il relativo periodo di formazione e prova e che abbiano prestato senza demerito, alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, almeno tre anni di servizio con contratti di dirigente scolastico”.