Dal 7° Rapporto Gimbe sul Servizio Sanitario Nazionale, presentato ieri a Roma emerge il quadro di una crisi nazionale della sanità, particolarmente accentuata nelle regioni meridionali.
“Dati, narrative e sondaggi di popolazione dimostrano che oggi la vera emergenza del Paese è il Servizio Sanitario Nazionale”.
Così il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha aperto il suo intervento di presentazione del Rapporto.
“Siamo di fronte ad una vera e propria frattura strutturale Nord-Sud nell’esigibilità del diritto alla tutela della salute.
A questo quadro si aggiunge la legge sull’autonomia differenziata, che affonderà definitivamente la sanità del Mezzogiorno, assestando il colpo di grazia al SSN e innescando un disastro sanitario, economico e sociale senza precedenti che avrà conseguenze devastanti per milioni di persone”.
La spesa sanitaria pubblica per ogni cittadino è inferiore di € 889 rispetto alla media dei paesi OCSE membri dell’Unione Europea, il gap complessivo sfiora i € 52,4 miliardi.
Dal Rapporto emerge anche la crisi motivazionale del personale medico e sanitario, che abbandona il SSN per lavorare nella sanità privata o all’estero.
La spesa a carico delle famiglie è aumentata del 10,3%, quasi 4,5 milioni di persone che nel 2023 hanno rinunciato alle cure, di cui 2,5 milioni per motivi economici.
Inaccettabili le diseguaglianze regionali e territoriali, la migrazione sanitaria e i disagi quotidiani sui tempi di attesa e sui pronto soccorso affollati.
Per Cartabellotta, “l’aumento della migrazione sanitaria ha effetti economici devastanti non solo sulle famiglie ma anche sui bilanci delle Regioni del Mezzogiorno, che risultano ulteriormente impoverite”.
Vediamo nel dettaglio i dati che riguardano la nostra regione.
In Sicilia sono state attivate solo 2 delle 155 Case della Comunità previste nel Pnrr.
Peggio gli Ospedali di comunità: dei 43 previsti non ne è stato attivato nessuno.
Il numero di medici ogni mille abitanti è di 2,09, in linea con la media nazionale che è di 2,11.
Gli infermieri sono 3,84 ogni mille abitanti, contro la media nazionale di 5,13.
Nel rapporto medici/infermieri, la Sicilia è all’ultimo posto tra le regioni italiane.
Per ogni medico ci sono 1,84 infermieri, mentre la media nazionale è di 2,44.
Nella classifica dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, la Sicilia è al 17mo posto tra le regioni italiane.
Il 7% delle famiglie rinuncia alle cure perché troppo costose.
Il risultato è che l’aspettativa di vita di chi vive in Sicilia è inferiore di un anno e mezzo rispetto alla media nazionale.
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